Aiutaci a mantenere il questo blog:

Aiutaci a mantenere il questo blog:
In qualità di affiliato Amazon riceviamo una piccola commissione dagli acquisti sponsorizzati in questo sito

mercoledì 21 ottobre 2015

LE LEGGI DELLA FELICITA'

  •  Se ti piace qualcosa, goditela

 Questo è il primo passo. Benchè semplicissimo, per molti è difficilissimo. Gli piace una cosa ma non la fanno perchè è peccato, perchè fa ingrassare o perchè fà male. Non se la godono. Ci sono persone golosissime di un dolce o di un certo piatto, e non lo mangiano. Oppure, mentre lo mangiano dicono: "Mi piace, ma sto commettendo un peccato". 
Due sono le principali cause che impediscono di godere di quello che ci piace: la PAURA e la VERGOGNA.

  • Se non ti piace qualcosa, evitala

Se vostra moglie vuole andare al cinema, e voi ci andate a muso lungo, e le dite ringhiando: "Sono venuto solo per te. Se fosse stato per me, sarei andato a vedere la partita", avvelenate il film a vostra moglie e non ve lo godete neppure voi. Molti, purtroppo, vivono così. Ma quante motivazioni si possono trovare per evitare le cose che non ci piacciono?

  •  Se non puoi evitarla, trasformala

Sappiamo benissimo di avere delle necessità: impegni, sicurezza, denaro. In questi campi ci può essere qualcosa che non ci piace fare, non possiamo evitarlo. Ma se cambiamo la percezione, tutto diventa più semplice. Quando deve prendere uno sciroppo dal gusto cattivo, mia madre dice: "Ti perdono il cattivo sapore in cambio del bene che mi fai". E' chiaro come si fà a cambiare la percezione? Ha ripercussioni molto importanti sulle difficoltà della vita. In tutte cose possiamo trovare un lato positivo, in tutte! 
Noi siamo il nostro modo di vedere le cose, tutto è relativoalla persona che ne fà esperienza. Non esistono assoluti. Niete è completamente cattivo, salvo se lo vogliamo interpretare così.

  • Se non puoi evitarla nè trasformala, accettala per un periodo stabilito

Esempio: "Mio padre è fatto così e così". Accettatelo, e stabilite voi per quanto tempo. "Ma ho solo 11anni!" . Bene, forse a 18 potreste andarvene di casa, ma nel frattempo cercate di essere quanto più felici possibile. Per quanto difficili siano le condizioni in cui vivete, cercate di essere felici con quello che avete, e siate grati di ciò!
Perchè se non siete felici con quelloche avete, non sarete mai felici con quello che non avete. Se imparate ad essere felici con quello che avete, sarete felici con qualunque cosa, e "qualunque cosa" non significa necessariamente una piccola cosa, può anche essere la cosa più bella del mondo.
Felicità Voto medio su 1 recensioni: Buono
Mettete in pratica queste quattro regole e applicatele a ogni situazione. Osservate come iniziate a identificarvi con la felicità. Esercitatevi finchè questo atteggiamento non sia diventato un  processo automatico, finchè constaterete che la felicità è diventata lo stato naturale della mente.

Quando questa emozione sarà diventata naturale capirete che, come i ritmi naturali di tutto ciò che ci circonda, anche la felicità non è uno stato permanente, e per fortuna, perchè altrimenti altereremmo un processo naturale si sviluppo. Resta però il fatto che i periodi di felicità saranno più duraturi e lunghi, e invece di sentrici depressi tenderemo comunque a uno stato di felicità, anche se più moderato.
Come corollario, possiamo affermare che mettendo in pratica la frase seguente supererete la fatalità che intrappola laq maggior parte delle persone:

"Dovunque sono, comunque sono, con chiunque sono e qualunque cosa faccia, IO SONO FELICE"
Finding Happiness - Vivere la Felicità
Un viaggio spirituale che ti tocca l'anima - Inizia il viaggio alla ricerca della felicità
Voto medio su 4 recensioni: Da non perdere

MEDITAZIONE: 25 minuti al giorno sono sufficienti a ridurre lo STRESS

Quando si varca una delle fatidiche soglie anagrafiche (“enta” o “anta” che siano), spesso si ha la sensazione che per meditare sugli errori commessi non basterebbe una vita intera: tutti i treni ci sembrano improvvisamente già passati; tutte le persone che abbiamo perso di vista ci appaiono d'incanto interessantissime (anche se di fatto non lo erano) e tutti i progetti abbandonati assumono le sembianze di un fallimento epocale.

Dal momento che questo continuo rimuginare non porta a nulla di buono e non giova a ritrovare il tempo perduto (soprattutto a quest'ora del mattino), conviene forse abbandonare le eterne meditazioni sui nostri sbagli, veri o presunti, e rivolgere le nostre energie verso la meditazione consapevole, priva di fastidiosi aggettivi regressivi o di soggetti ingombranti che emergono costantemente dal passato remoto.
Dedicando 25 minuti della nostra giornata alla pratica meditativa, risulta infatti possibile abbattere in modo pressoché totale l'enorme carico di stress che quotidianamente ci affligge e trovare rapidamente un'armonia con i nostri ricordi, in grado di rendere più felici il nostro presente e il nostro futuro.

A sostenerlo è una recentissima ricerca condotta negli Stati Uniti dal professor J. David Creswell, che è riuscito a sfatare il tabù in base al quale si riteneva che  la meditazione fosse utile alla psiche solo dopo lunghi periodi di pratica, dimostrando invece quanto il nostro cervello sia soggetto a mutazioni della propria struttura anche dopo un breve tempo dedicato alla pratica.

La ricerca si è svolta monitorando i livelli di stress di un gruppo di volontari piuttosto frustrati, mentre veniva chiesto loro di eseguire i fondamentali esercizi relativi alla pratica della meditazione consapevole (mindfullness), quella cioè che orienta la mente del soggetto verso l'esperienza presente, contribuendo all'acquisizione della consapevolezza del proprio corpo a partire dal libero fluire del pensiero.
Dopo pochissime sedute, i pazienti sono risultati essere meno stressati e molto più sereni, nonostante che i loro livelli di cortisolo (ormone tradizionalmente associato allo stress) fossero paradossalmente più elevati, rispetto ai valori fatti registrare alla vigilia dell'esperimento.
Guida alla Meditazione
Trova l'armonia interiore. Rigenerati. Acquisci vitalità
L'incremento di cortisolo è legato, secondo il professor Creswell, al fatto che il nostro corpo tenda a liberarsi del carico di stress interiorizzato, non appena ci si avvicina alla meditazione, rilascinado grosse quantità dell'ormone in questione, che vengono poi riassorbite con l'affinamento e la costanza della pratica e, per tanto, gli innalzamenti dei valori registrati risultano essere un normale fattore fisiologico, parte integrante di un processo completo.

Dall'esperimento è emerso che, per tutti i soggetti coinvolti nel test, la cifra di 25 minuti al giorno si configurava come misura più che sufficiente a garantire un alleviamento dei sintomi da stress e a produrre i primi cambiamenti nei livelli ormonali presenti nel sangue, smentendo così l'assunto che vede la meditazione inefficace “a piccole dosi” e legata ad un lunghissimo percorso di riabilitazione terapeutica.
Lo studio americano non è che l'ultima di una lunghissima serie di conferme sui vantaggi per il corpo e per la psiche della meditazione, pratica che è ormai definitivamente uscita dalla nicchia misticheggiante ed elitaria nella quale era stata a lungo rinchiusa, per divenire un approccio terapeutico a numerosi problemi, completamente indolore e adatto a tutti.

Se in questa serata autunnale doveste dunque sentirvi un po' più stressati del solito, tanto da vedere i ricordi completamente distorti, suggeriamo di abbandonare rimorsi e rimpianti e di ritagliarvi un piccolo spazio da dedicare alla pratica della meditazione consapevole, utile a riacquistare equilibrio interiore e ancor più indicata in caso abbiate appena varcato la soglia degli "enta" o degli "anta", senza quasi rendervene conto.

Meditazione
Teoria e pratica
La Meditazione che Cos'è?
La base per una nuova religiosità
Voto medio su 2 recensioni: Mediocre

SCELTE E PERCEZIONI (Parte2)

L’immaginazione come strumento di indagine

A un discreto numero di conoscenti ho spesso fatto un “gioco”... Gli domando se farebbe loro piacere scoprire l’epoca dove hanno incontrato una persona cara in una vita passata. Quindi premetto che userò la loro immaginazione. Prima però devo spiegare che cos’è limmaginazione

Immaginare significa creare un’immagine costruita sulla base di ciò che abbiamo nella nostra memoria. Il fiore che avete immaginato nel precedente articolo è un’immagine che è stata vista da qualche parte. Può essere stato visto in realtà, o in fotografia, non è importante. Ma è stato visto.

Però, e qui sta il bello, non importa che ci ricordiamo DOVE abbiamo visto quel fiore. Anzi in genere non ricordiamo affatto dove abbiamo visto proprio quel fiore. Tuttavia abbiamo pescato quel fiore in un luogo mentale che, conscio o inconscio, fosse nelle vicinanze. Perché fare fatica a cercare qualcosa lontano se lo troviamo vicino? Se cerco un animale mentre sono in una fattoria e mi imbatto in un pollo, la mia ricerca è finita. Perché dovrei andare a cercare ancora?
Lo stesso vale per la mente. Certo, se dico “pensa ad un asino verde con la coda di gatto”, non troverò un simile animale nei paraggi, e allora la mia mente lo costruirà utilizzando componenti che conosce. Ma se chiedo di pensare a qualcosa che ho visto, l’immagine già bell’e pronta sarà richiamata anche se non ricordo più la situazione che ha originato l’immagine.
Detto questo, per tornare al gioco, faccio un’assunzione.

- Assumo che il soggetto scelga una persona che in effetti ha conosciuto in una vita passata 

Ma è abbastanza probabile che le persone vicine si siano conosciute in precedenza, quindi diciamo che cado facilmente in piedi. Di solito il soggetto non ricorda le vite precedenti, ma all’immaginazione abbiamo detto che questo non interessa perché è in grado di pescare anche dall’inconscio. Però non posso domandare semplicemente “immagina dove vi siete conosciuti”

Alcuni ci riescono anche solo facendo così ma per la maggior parte è una domanda troppo generica per rispondere. E’ come se dicessimo “pensa” senza specificare a cosa. Allora comincio ad impostare dei vincoli e dico al soggetto: “In una vita passata il modo di vestire era differente. Immagina la persona che hai scelto vestita in abiti di un’epoca passata.”
Dicendo “di un’epoca passata” cerco di lasciare il massimo della libertà all’inconscio di esprimersi. Mi va bene qualsiasi periodo storico. Quasi tutti sono immediatamente in grado di immaginare la persona in abiti d’altri tempi. Qui sorge spontanea una domanda: come si fa a dire che quegli abiti sono stati veramente indossati dal soggetto? Per il semplice fatto che se troviamo vicino a noi ciò che cerchiamo non abbiamo bisogno di inventare qualcosa di sana pianta. Se pensate ad un asino verde dovete prendere un asino e colorarlo. Se pensate ad un asino non è che dovete prendere gli zoccoli da una parte, il muso dall’altra, e montarlo per fare un puzzle. Avete un asino già bell’e pronto nel vostro archivio mentale, cosa andate a cercare? Che importa se non ricordate dove avete visto quell’asino?
L’unica possibilità per cui i vestiti d’altri tempi devono essere montati artificialmente su una persona è di non averlo mai conosciuto in nessuna vita precedente. Questo lo abbiamo assunto all’inizio. Il gioco continua:
dove si trova questa persona vestita in quel modo? All’aperto o al chiuso?
Questa domanda serve per collocare la persona nell’ambiente. E questo è importante per fare il prossimo passo che è ancora propedeutico: Chiedo al soggetto: “Stai immaginando il soggetto da vicino? Da lontano? Da circa quale distanza?
Quando ottengo la risposta faccio finalmente l’ultima domanda: “Dunque tu, in questo scenario ti trovi alla distanza tal dei tali dal soggetto. Adesso cominciando dai tuoi piedi descrivi i tuoi vestiti
Dai vestiti si riesce a capire l’epoca, a volte anche il luogo, il ceto sociale di appartenenza. E’ chiaro che se uno vuole saperne di più allora occorre fare una regressione in stato di rilassamento. Questo lo considero solo un gioco. Ma in qualche caso può fornire risultati interessanti.
L'immaginazione Creativa
Come cambiare il proprio destino

  • La connessione dei mondi

Dunque il mondo fisico ed il mondo mentale non sono distinti per il fatto che uno è più reale dell’altro e un'altra convinzione da sfatare è che ciò che vediamo nel mondo fisico sia oggettivo e condivisibile con altri, mentre il pensiero non lo sia. Cioè se due persone guardano un cavallo possono cogliere gli stessi particolari mentre se pensano ad un cavallo vedono cose diverse.
Ma questo dipende se stanno guardando oppure no lo stesso cavallo. Se due stallieri si telefonano mentre sono di fronte ciascuno ad un cavallo diverso e pretendono di trovare nell’interlocutore riscontri nelle descrizione dell’animale potrebbero convincersi di vivere in due mondi separati.
Se due persone si focalizzano sullo stesso pensiero, possono avere la stessa percezione mentale dell’oggetto.
La difficoltà sta nella tutta focalizzazione, anche perché spesso la focalizzazione è involontaria. Quindi questa affermazione non è così facile da dimostrare perché io ed il mio interlocutore possiamo guardarci in faccia ma essere lontanissimi nel mondo mentale e non avere la più pallida idea di come fare per andare nello stesso luogo e guardare lo stesso oggetto. Tuttavia, in una meditazione collettiva, non è affatto raro di percepire gli stessi dettagli, lo stesso panorama, e le stesse sensazioni.
Quindi la focalizzazione è molto importante. La focalizzazione consente di scegliere un pensiero accuratamente.
Ma cos’è che rende difficile focalizzarsi? Ci sono percezioni che fino a qui non ho affrontato: le percezioni emozionali.

Le emozioni agiscono in qualche modo come calamite e trascinano con se i pensieri.

Gli insegnamenti esoterico-spirituali chiamano il mondo delle emozioni Piano Astrale e lo definiscono come un mondo a sé stante, anzi, in particolare è qualcosa che sta a metà strada fra il mondo del pensiero ed il mondo della materia fisica.
Poiché abbiamo percezione contemporanea nei tre mondi: fisico, emozionale, mentale, ci sono tre tipi diversi di percorsi logici. Connessioni fisiche, connessioni emozionali, connessioni mentali.
In un dato momento ho una percezione fisica data dai miei sensi, ho uno stato d’animo emozionale, o meglio, una percezione emozionale nel mondo delle emozioni, una percezione mentale nel mondo del pensiero. Può essere utile in qualsiasi momento porre l’attenzione ai tre mondi: che cosa vedo e sento attorno a me? Qual è l’emozione che provo? Qual è il pensiero che ho in questo momento nella testa?
Come tutti gli scritti, anche questo articolo condivide oggetti mentali. Le parole agiscono come “segnalibri”, come se fossero dei link associati ad oggetti del piano mentale. 

Chi legge un testo richiama determinati oggetti che possono corrispondere oppure no agli oggetti che aveva in mente l’autore del testo.
Infatti anche quando descrivo un oggetto fisico chi legge l’articolo immagina l’oggetto ma non può vederlo. Analogamente posso descrivere un’emozione. Posso descrivere il desiderio di fare una passeggiata. Quello che trasmetto è un pensiero che simboleggia tale desiderio non è il desiderio in sé.
Posso perfino, se sono dotato di abilità letteraria, suscitare dei sentimenti: allegria, malinconia.
Quindi nel mondo mentale i pensieri possono descrivere emozioni e possono descrivere oggetti o situazioni materiali. Se è vero che le emozioni, il piano astrale, sta a metà fra il mentale ed il fisico allora anche le emozioni possono descrivere eventi e oggetti fisici.
Eventi del piano fisico possono normalmente indurre eventi emozionali ed eventi mentali (emozioni e pensieri) ed anche eventi del piano emozionale possono indurre eventi del piano mentale.
Esempio: Evento Fisico: Vedo un vigile che sta procedendo in direzione della mia auto, in divieto di sosta. Emozione: Ho paura che mi faccia la multa. Pensiero: Corro a spostare l’auto.
Normalmente siamo abituati a pensare che il vedere il vigile sia la causa della paura e che la paura sia causa del pensiero. In realtà sono tre eventi che si verificano nei tre mondi e che sono collegati fra loro. Se fosse invece stato il pensiero di correre a spostare l’auto a causare l’evento emozionale di paura? E se fosse stato l’evento di paura a causare la comparsa del vigile?
Secondo la cultura esoterico-spirituale questa interpretazione è più accurata della prima.


  • Lavorare nei mondi

Una volta che abbiamo imparato a percepire i mondi astrale e mentale possiamo fare anche dei lavori. La stessa cosa possiamo fare sulla materia fisica.
Tuttavia, spesso nel mentale dobbiamo lavorare in modo simbolico. Il livello simbolico implica l’uso dell’emisfero cerebrale destro: la parte intuitiva. Lavorare a livello razionale implica l’emisfero cerebrale sinistro: la parte razionale.
Nel caso in cui dobbiamo lavorare sui simboli di un’altra persona, è opportuno lasciare a lei la scelta dei simboli perché così facendo non aggiungiamo le difficoltà dovute a problemi di focalizzazione.
La prima cosa da fare è stabilire un colloquio fra conscio ed inconscio – vale a dire porre delle domande relative consapevolmente scelte ed osservare le risposte che emergono come scelte non nostre. Ci sono varie tecniche per porre la domanda che ci permette di focalizzarsi; immagino un cassetto che contiene la causa dei miei problemi. Osservo il cassetto dall’esterno, poi lo apro e guardo il contenuto. Oppure immagino una porta, nella stanza dietro la porta ci sono le paure che intendo affrontare, apro uno spiraglio della porta. La stanza è buia. Scivolo dentro lungo la parete, accendo la luce e guardo cosa mi trovo davanti.
Si tratta di scegliere la strada più congeniale. Quanto più una persona è abituata a visualizzare, tanto più sarà facile ottenere immagini. Se una persona ha maggiore facilità ad immaginare suoni piuttosto che immagini potremmo suggerirle di immaginare di accendere una radio, immaginare una musica, poi la musica si interrompe ed arrivano informazioni utili. Non mi sono mai trovato ad applicare suggerimenti di questo tipo ma penso che in qualche caso potrebbero essere utili.
Una volta ottenuti dei simboli, sono cioè comparsi oggetti provenienti dall’inconscio (cioè non per effetto di una scelta) a volte è possibile comprenderne il linguaggio simbolico. Altre volte è difficile comprendere il significato simbolico degli oggetti mentali che vediamo, tuttavia questo non limita la possibilità di svolgere il lavoro.
Infatti per svolgere il lavoro è sufficiente vedere le cose che non ci piacciono o che possono essere migliorate e migliorarle. Possiamo usare la bellezza come bussola.
A volte il lavoro diviene complicato perché non riusciamo ad apportare miglioramenti: per esempio vediamo un mostro che non intende in alcun modo diventare ragionevole. In quel caso possiamo chiedere un aiuto. Immaginiamo qualcuno di cui abbiamo fiducia: un angelo, un maestro, la guida spirituale e chiediamo a lui di occuparsi del problema osservando il modo con il quale lo risolve.

Questo è un esempio che mostra come lavorando su oggetti mentali abbiamo un effetto sul piano delle emozioni. Alcuni chiamano “lavoro sciamanico” un’operazione di questo tipo.
E’ importante sapere che:

Non occorre saper interpretare tutti i simboli, si può lavorare per rendere piacevole ciò che vediamo anche senza comprendere cosa significa.
Pratica dell'Immaginazione Attiva
Dialogare con l'Inconscio e vivere meglio
Video Download - L'immaginazione Voto medio su 1 recensioni: Da non perdere

RITORNO AL FUTURO, Previsioni azzeccate (e non)

OGGI, 21 ottobre 2015 è il Ritorno al Futuro Day: diamo il benvenuto a Marty McFly! 

Ecco alcuni scenari in cui abbiamo eguagliato e persino battuto le aspettative del film. Alcune intuizioni di Zemeckis però non si sono avverate.

Dopo una lunga attesa e qualche falso allarme, il Ritorno al futuro day è arrivato: 
oggi, 21 ottobre 2015 è il giorno in cui Marty McFly, in viaggio sulla DeLorean DMC12, approda nel futuro dopo un viaggio nel tempo lungo 30 anni. Ma l'epoca in cui viviamo soddisfa le aspettative prospettate nel film? Anche se alcune previsioni - come gli skateboard volanti e la giacca autoasciugante - sono state disattese, in altre cose ci siamo superati. 
Vediamo cosa hanno profetizzato correttamente:

  • WEARABLE DEVICE. In una scena di Ritorno al futuro II vediamo Doc che guida la DeLorean indossando un paio di avvolgenti occhiali futuristici connessi a varie telecamere all'interno dell'auto, e con i quali raccogliere informazioni sui dintorni. Google Glass e Oculus Rift sembrano degni eredi di questa "visione". Il dispositivo mobile che Doc utilizza invece per ricavare informazioni extra dagli oggetti circostanti sembra il precursore di uno smartphone: «Il fatto che ciascuno possa avere un dispositivo che è computer, videocamera, registratore, calcolatrice, torcia... chi l'avrebbe mai detto» ha dichiarato lo sceneggiatore della trilogia Bob Gale in una recente intervista.
  • VIDEOCHIAMATE. In Ritorno al futuro II, Marty viene licenziato dal capo con una videochiamata che ricorda da vicino quelle che facciamo con Skype o FaceTime. Ci siamo spinti anche oltre: da circa un anno sono disponibili app in grado di tradurre istantaneamente (con sottotitoli o commenti audio) il linguaggio dell'interlocutore, per videoconversazioni immediatamente comprensibili persino tra persone di due lingue diverse.
  • DRONI. Fortunatamente non siamo ancora arrivati a un drone che porti a spasso il cane al posto nostro (i video che sono circolati online a questo proposito si sono rivelati una trovata pubblicitaria). In compenso, abbiamo droni che monitorano l'andamento delle epidemie e proteggono la fauna dal bracconaggio; che consegnano pacchi e cibo take away; che piantano alberi, sorvegliano cantieri e costruiscono ponti. Ci siamo spinti davvero più in là del previsto
  • SCHERMI PIATTI E 3D. Schermi ultrapiatti e giganti sono onnipresenti ai giorni nostri, proprio come predetto dal film. Che, tuttavia, non aveva previsto l'avvento di schermi pieghevoli e avvolgibili come quelli messi a disposizione dalla tecnologia OLED per e-reader, tablet e cellulari del futuro. Anche l'esperienza 3D anticipata dal film sembra meno efficace (anche se a tratti, più terrificante) di quella fruibile al cinema o sui televisori 3D di casa.
  • SCARPE CHE SI AUTOALLACCIANO. La Nike ne ha annunciata la produzione nel 2011 e per il 2015, ma sembrerebbero più un vezzo da collezionisti che una calzatura di massa. Onestamente, però, abbiamo fatto di meglio. Abbiamo prodotto esoscheletri capaci di sostenere la muscolatura di persone prima costrette in sedia a rotelle, e di riportarle alla mobilità. Gli stessi dispositivi sembrano poter fornire prestazioni extra agli atleti o donare super poteri fisici in ambito militare. Le scarpe di Marty McFly, in confronto, impallidiscono...
  • SKATEBOARD VOLANTI. Lexus sta lavorando a una tecnologia per uno skate levitante - una tavola magnetica che grazie a superconduttori possa compiere piccole evoluzioni su una pista apposita. Non consentirà le esplorazioni dello skate di McFly, ma in quanto ad "avventure" ci siamo spinti ben più in là, e non solo nel tempo. Siamo atterrati su una cometa, abbiamo sorvolato Plutone e stiamo pensando concretamente alle tecnologie che ci porteranno a colonizzare Marte. Obiettivi che nel 1989 sembravano ancora lontani.

Comunicazione video, tv a schermo piatto, occhiali in stile google glass, tablet, video-games senza joystick. Il 2015 di Ritorno al Futuro II non è così lontano dalla realtà. Eppure ci sono diverse cose che gli sceneggiatori non hanno azzeccato. 

Prima su tutte: le macchine non volano. Ci stanno comunque lavorando. Nemmeno gli skate-board purtroppo volano. 
Per dovere di cronaca, però, dobbiamo segnalarvi che esiste una cosa chiamata Hendo Hoverboard, che galleggia a 3 centimetri da terra su superfici metalliche lisce grazie alla spinta magnetica. Ne esistono pochi esemplari, uno dei quali è stato provato dal mitico Tony Hawk.
Nel 2011 la Nike ha effettivamente prodotto un modello di scarpa (Nike Mag) simile a quello usato da Marty nel secondo episodio della saga. Le Nike Mag non si allacciavano da sole però. Non è detta l'ultima parola comunque, perché da qui al 21 ottobre c'è tempo e la Nike ha già dichiarato che entro fine anno verranno davvero lanciate sul mercato le Nike Mag con lacci automatici. Staremo a vedere.

 Un'altra cosa che, ahimè, ancora non abbiamo è la giacca che si regola in base alla taglia di chi la indossa e che si asciuga da sola. Riuscirà qualcuno a brevettarla entro oggi? xD

 Nel 2015 Doc e Marty leggono la prima pagina del quotidiano USA Today. Salta all'occhio il titolo "Washington si prepara alla visita della regina Diana", ma anche, a sinistra "la presidente dice di essere stanca". Diana non ha avuto il tempo di diventare regina d'Inghilterra, mentre gli Stati Uniti non hanno ancora avuto una presidente donna.

Non abbiamo ancora distributori di benzina completamente automatici. Però abbiamo i fai-da-te.

Non siamo arrivati allo Squalo 19 e non abbiamo pubblicità-ologramma come quella che terrorizza Marty. Però abbiamo il 3D, che come esperienza non è tanto diversa.

Nel 2015 di Ritorno al Futuro 2 si è intuito che il mondo delle telecomunicazioni sarebbe cambiato, ma il concetto di e-mail e di instant messaging di oggi era forse ancora inimmaginabile.
E non abbiamo orti fluttuanti sul soffitto di casa. Quanto sarebbe bello, però? ;)

FONTE

martedì 20 ottobre 2015

Gli HUNZA, la popolazione più LONGEVA al mondo


Gli Hunza, la popolazione più longeva al mondo






Tempo fa iniziai una ricerca sul popolo più longevo al mondo e scoprii dati molto interessanti.

E’ il popolo degli Hunza: questa popolazione non solo vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc.


Vivono al confine nord del Pakistan all’ interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione in assoluto più longeva della terra.
La nostra èlite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Gli uomini e le donne Hunza sono in grado di figliare anche a 90 anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.

Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono essere il semi-digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua ricca di minerali presente nelle loro terre.

I Benefici dell'Acqua Alcalina
L’importanza dell’equilibrio acido-basico per la nostra salute
Voto medio su 10 recensioni: Da non perdere

  • Digiuno e prodotti vegetali

Gli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono digiuno terapeutico.   
L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.

Coltivano orzo frumento, miglio, grano saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli e avevano numerosi gli alberi di noci e albicocche, mele, ciliegie, more, pesche, pere e melograni. Fino a marzo però, quando matura l’orzo, praticano il semi-digiuno per settimane intere per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto.
Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.
Ralph Bircher evidenzia che, se necessario, un Hunza in 24 ore può arrivare a marciare per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi per mangiare o dormire.
Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, erano assoldati come portatori.


Gli Hunza
Un popolo che ignorava la malattia
Voto medio su 4 recensioni: Da non perdere

  • Il digiuno nel mondo animale

Anche in molti animali il digiuno è una cosa normale per la sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In autunno gli stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per accumulare grasso per l’ inverno, che a causa dell’ altitudine dove vivono, non permette l’ approvvigionamento di cibo sufficiente.


Il bello che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’ accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno, quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro energie. Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da pesare il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare anche a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro perso ritorna normale. I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze per procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come del resto quasi tutti i predatori. 


Anche i pesci digiunano, come per esempio il salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova. In sostanza il digiuno è una condizione che non è quindi nata da 10.000 anni, ma da milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed è per questo che apporta molti benefici.


  • Acqua ricca di minerali

L’ultimo elemento utile per la forza, e la longevità di questo popolo fù la composizione dell’acqua

Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli Hunza possedeva elevato pH (acqua alcalina), con elevato contenuto di minerali colloidali.


L’acidosi metabolica innescata dal digiuno prolungato viene infatti compensata e il pH rimane più stabile. Per quanto riguarda l’alimentazione ho già evidenziato che l’unico frutto a mantenere il ph umano stabile è la mela rossa; 
nel digiuno breve invece ci si può aiutare bevendo acqua con argilla verde ventilata, o facendo lavaggi interni/esterni con acqua e sale integrale.
Oggi il territorio degli Hunza è stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 00 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce bene. 
In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.

Conclusioni
Ragioniamo con calma e chiediamoci se hanno senso le classiche chiacchiere da bar che sentiamo comunemente:
“Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo e ora ha smesso di soffrire”… 
“Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”… 
“Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con l’attività fisica”… 
“Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a pallone”, ecc… 
“Signora, a 60 anni è normale pensare ad una dentiera” ……….
Esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette?
Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a temere di non riuscire ad avere figli “in termpo”?
E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?
E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, o al sistema nervoso?

Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole.


Gli Elisir dei Minerali
Le incredibili proprietà terapeutiche delle diluizioni minerali
Crudismo in Pratica
Il videocorso delle preparazioni fondamentali
Voto medio su 3 recensioni: Da non perdere
Gli Hunza
Un popolo che ignorava la malattia
Voto medio su 4 recensioni: Da non perdere
I Benefici dell'Acqua Alcalina
L’importanza dell’equilibrio acido-basico per la nostra salute
Voto medio su 10 recensioni: Da non perdere
Che Salute di Ferro con i minerali colloidali e gli oligoelementi
Scopri come superare affaticamento, mancanza di vitalità, debolezza del sistema immunitario, l'invecchiamento precoce e molto altro
Voto medio su 5 recensioni: Da non perdere
Argilla Verde Ventilata Attiva Essiccata al Sole
Ricca di sali minerali e oligoelementi per uso interno
Voto medio su 56 recensioni: Da non perdere