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lunedì 16 gennaio 2017

Leonardo Da Vinci e il sonno polifasico: dormire meno e guadagnare più tempo

Il sonno polifasico ha fatto parte della vita di molti geni nella nostra storia, che, in modo inaspettato hanno abbandonato il ciclo circadiano o bifasico per prediligere quello polifasico.




Il sonno polifasico ha caratterizzato la vita di Leonardo da Vinci, ma anche quella di Thomas Edison, Buckminster Fuller, Nikola Tesla, Benjamin Franklin, Thomas Jefferson, e Napoleone.

Se ci pensiamo, i neonati hanno per loro natura un sonno polifasico. Questo può far sperare che il sonno bifasico sia solo un adattamento post nascita, dovuto con molta probabilità ai ritmi di tipo sociale e naturale, per seguire il ritmo del sole.

Il sonno è un processo che cambia durante la vita di un essere umano e passa da quello polifasico del neonato a quello bifasico del bambino (che dorme a lungo durante il pomeriggio), fino ad arrivare a quello monofasico circadiano, tarato sul ciclo giorno-notte, dell’adulto. Infine nella senilità il ritmo circadiano, strettamente monofasico del giovane adulto, fa spazio ad un ritmo polifasico ultradiano, ciò vuol dire con frequenti sonnellini diurni.

In particolare, Leonardo da Vinci, alternava 4 ore di veglia a un periodo di 20 minuti ad occhi chiusi il che portava, nell’arco della giornata a 6 periodi di sonno/riposo, per un totale di 120 minuti di riposo, avendo ben 22 ore di veglia, da impiegare per “attività produttive”.

Molte volte ci capita di pensare a quanto sarebbe bello poter avere una giornata di 48 ore, per poter riuscire a fare tutto ciò che abbiamo in mente. Il sonno polifasico ci può aiutare.

  • Ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi?


L’essenza del sonno polifasico, da la possibilità di ridurre le ore di sonno durante la giornata ad un minimo che varia (a seconda dei metodi), dalle 6 alle 2 ore giornaliere complessive: in pratica occorre frazionare il sonno in molti micro-sonni durante l’arco della giornata, di entità e durata differenti secondo le metodologie che scegliamo di applicare.

La domanda a questo punto è: ma non ci hanno sempre detto che per sentirsi in forma bisogna dormire almeno otto ore per notte??!?

In realtà, questo sembra essere un mito da sfatare: infatti, secondo alcuni studiosi, le ore di sonno “necessarie” sono quelle che ci permettono di svegliarci da soli e cosa più importante di sentirci riposati.
Come tante altre caratteristiche biologiche, anche il sonno è estremamente soggettivo. In media la durata naturale del sonno è di 7h1/2: il 60% delle persone ha bisogno di dormire un’ora in più o un’ora in meno rispetto alla media, da 6h1/2 a 8h 1/2. Agli estremi si trovano quei pochi “fortunati” a cui bastano 4 ore 1/2 e quelle persone a cui invece, servono fino a 10 ore 1⁄2 di sonno.

Altri ricercatori, ad esempio, ritengono che dovremmo dormire ancora di meno e che le famose otto ore potrebbero essere perfino dannose per la salute. Secondo le statistiche, sembra che sette ore di sonno siano associate ad un minore rischio di mortalità rispetto ad un sonno di più ore. Dormendo troppo si può provocare un sovraccarico di sonno R.E.M. (Rapid Eye Movement) densissimo di sogni, che può causare depressione e affaticamento. Ridurre la fase R.E.M. significa allontanare la malinconia.

Quindi, pare che sia benefico modificare il normale fabbisogno di sonno e in particolar modo le tecniche di sonno “polifasico ultrabreve”, sono quelle più efficienti e produttive. E’ possibile ridurre le ore di sonno normalmente “necessarie” del 10-25% a lungo termine e fino al 50% a breve termine, andando ad accorciare il riposo notturno e aggiungendo alcuni brevi sonnellini nel corso della giornata. 

Il sonno lungo ed ininterrotto cui sono abituati gli esseri umani è raro in natura: infatti, l’85% delle specie viventi seguono uno schema di sonnellini multipli in modo da aumentare l’efficienza del sonno. Infatti, la fase più riposante del sonno è proprio all’inizio di questo ed è costituita da onde lente e profonde chiamate delta. È curioso notare che diminuendo la durata totale di sonno, si ottiene comunque il 90% di sonno delta.
Quindi iniziando ripetutamente il sonno sotto forma di brevi sonnellini, si andrebbe ad aumentare l’efficienza temporale del sonno ottenendo una fase riposante più lunga. In questo modo si vanno a ricaricare più spesso le batterie e ciò ci permette di rimanere vigili anche quando siamo in debito di sonno.


Questa è una spiegazione interessante sullo scopo del sonno polifasico che va a mettere in luce la funzione essenziale della fase R.E.M. e consiste nell’aumentare la quantità di sonno R.E.M. pur andando a diminuire le ore di sonno complessivo, ovvero eliminando completamente o quasi gli altri tipi di sonno. Per fare questo, il dormitore polifasico si appisola per venti o trenta minuti ogni 4 ore, ad orari prefissati. Il problema è che i sonnellini di mezz’ora non procurano il sonno R.E.M. ad un dormitore tradizionale, poiché per i monofasici il sonno si divide in cicli di novanta minuti circa e il R.E.M. occupa una parte medio-terminale del ciclo, che va al di là della mezzora.

La soluzione è quella di forzare il corpo per il tempo necessario a “convincerlo” che è meglio anticipare il sonno R.E.M. all’inizio del ciclo onirico, quindi andare a forzare gli orari del sonno polifasico anche se sembra di non farcela a stare svegli. Prove sperimentali testimoniano come dopo i primi due giorni che possiamo definire massacranti, per l’assenza del sonno ristorativo per la mente, si comincia a sognare, per poi arrivare dopo circa una settimana ad una inaspettata sensazione di energia e vitalità. Questo unito al fatto che si hanno a disposizione cinque ore di veglia al giorno in più.


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Questa tecnica di riduzione del sonno ha dimostrato di essere efficace anche in condizioni particolarmente difficili, come nel caso di interventi di emergenza nello spazio, nei giri del mondo in barca a vela in solitario (sperimentato anche dalla velista in solitario Ellen MacArthur) o subito dopo la nascita di un figlio.

Ovviamente il sonno polifasico non può essere considerato un’alternativa permanente al sonno normale: così come si può forzare il corpo a mantenere un peso inferiore a quello naturale, si può anche costringere l’organismo a dormire di meno, ma in questo modo saremo sempre bisognosi di cibo… o di sonno.

Possiamo osservare però, che se si priva un soggetto del sonno per tre giorni consecutivi, la prima notte, dopo i tre giorni di deprivazione di sonno, il soggetto dormiva di solito per 12-13 ore, la notte seguente per circa 10 ore, dopodiché aveva perfettamente recuperato. Si potrebbe pensare che, avendo perso 24 ore di sonno, avrebbe dovuto dormire altre 24 ore per recuperare la mancanza di sonno, ma non è così: il recupero di sonno non è calcolabile matematicamente. Dopo queste prove non si sono riscontrati effetti negativi a lungo termine.
A breve termine, invece, sembrano verificarsi solo due conseguenze che si possono misurare: in primo luogo è molto più difficile alzarsi quando suona la sveglia e in secondo luogo è difficile concentrarsi su compiti che non richiedono una particolare attenzione, (quelli più monotono o rilassanti) piuttosto che su compiti che richiedono molta presenza (quelli più impegnativi, entusiasmanti o rischiosi).

Quindi possiamo dire che pisolini brevi e frequenti, di circa 5-30 minuti l’uno, permettono di guadagnare un paio d’ore di autonomia ed evitare così le famose otto ore di sonno notturne. Il sonno polifasico è, però, adatto a chi ha esigenze estreme, ma sarebbe più difficile invece giustificare un pisolino ogni due ore al datore di lavoro o al professore. C’è da dire che in questi casi, ovvero per chi ha un lavoro che lo tiene impegnato tutta la giornata, il sonno polifasico è praticamente impossibile. Questo fa pensare quanto il sistema ci abbia portato lontano dalla nostra libertà di scelta.


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Gli individui che potrebbero beneficiare di questa metodica, sono ad esempio, il personale sanitario e di volo e in particolar modo i lavoratori notturni. In quest’ultimo caso, l’istituzione di un regime di riposo frammentato è addirittura auspicabile ai fini della sicurezza.
Attenzione, però: la tecnica polifasica è una condizione artificiale e, come tale, va “usata con attenzione”.  Chi modifica il proprio ciclo sonno-veglia può avere difficoltà a ritornare alle abitudini normali, andando incontro a ripercussioni sul sistema vegetativo, endocrino e immunitario.

Per finire ecco alcune indicazioni sull’alimentazione da seguire se si decide di iniziare la tecnica del sonno polifasico.


  • Bere caffeina: questa sostanza spinge le cellule ad ignorare una sostanza chimica, l’adenosina, che stimola il sonno e aumenta la produzione di dopamina, che a sua volta va a contrastare la depressione limitando la durata di sonno R.E.M. L’effetto della caffeina svanisce dopo due o tre ore, quindi evita di assumerla prima di fare un sonnellino e prima di andare a dormire.
  • Ridurre l’apporto di carboidrati. Il glucosio presente nei carboidrati fa aumentare i livelli d’insulina, provocando nell’immediato uno stato di massima vigilanza, seguito però da un crollo energetico. Per ridurre al minimo i picchi insulinici, bisogna mangiare più spesso e diminuire l’apporto di carboidrati. Queste due tecniche servono anche a stimolare il metabolismo.
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giovedì 12 gennaio 2017

Ecco Perché Bisogna Camminare OGNI GIORNO. Guarda Tutti i Suoi Benefici

Che camminare faccia bene è una verità nota a molti. 

Nella vita frenetica di ogni giorno, la passeggiata è un’attività fisica che richiede un investimento di tempo che, generalmente, preferiamo dedicare ad altro. Eppure, soprattutto per coloro che non amano palestre o sport agonistici, la camminata è un’attività sostitutiva straordinaria per mantenersi in allenamento fisicamente e non solo.


I benefici di questa attività motoria basilare sono intuibili (muscoli tonici, migliore metabolismo), eppure ve ne sono almeno 5 che sono straordinari e possono aiutare a mantenersi in forma fisica e mentale a ogni età e con ogni livello di preparazione atletica.


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5 straordinari motivi per camminare ogni giorno

  1. Migliorare l’umore – Come ogni attività fisica, anche la passeggiata migliora l’umore, grazie al rilascio dell’endorfina e all’abbattimento di livelli di stress e ansia.
  2. Rinforzare il cuore – Camminare regolarmente (per almeno mezz’ora al giorno) riduce i rischi di malattie cardiovascolari. È, infatti, un esercizio che abbassa i livelli di colesterolo cattivo, aumentando quelli di colesterolo buono, oltre a mantenere in allenamento il cuore stesso.
  3. Prevenire le malattie – Grazie a studi e statistiche è sempre più chiaro che l’incidenza di molte malattie (anche mortali, come il cancro) è strettamente legata a uno stile di vita passivo. Una camminata di 30 minuti al giorno è un’ottima abitudine per contrastare l’insorgenza di queste malattie.
  4. Prevenire la demenza senile – Vari studi dimostrano che la mancanza di attività fisica può incidere in modo significativo sull’insorgenza dell’Alzheimer. Come le altre attività fisiche regolari, la prevenzione di questa malattia può iniziare da una buona abitudine.
  5. Fare scorta di vitamina D – Passeggiare ogni giorno per 30 minuti significa dedicare almeno mezz’ora all’attività fisica all’aria aperta. Uno dei modi migliori per accumulare in modo naturale una buona scorta di vitamina D e di tutti i benefici che porta con sé.

La passeggiata: uno sport economico e alla portata di tutti

La cosa incredibile del camminare è il suo essere un’attività fisica che non richiede alcuna attrezzatura. Solo un paio di scarpe e vestiti comodi e appropriati per le condizioni meteorologiche. Inoltre, per affrontare una passeggiata di 30 minuti al giorno non è richiesta una preparazione atletica particolare o una forma fisica eccellente. Uno sport ideale per ogni età.

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FONTE

SOGNO LUCIDO: ecco le TECNICHE per vivere questa incredibile esperienza.

In questo articolo vi spieghiamo cos’è un sogno lucido e i modi per poterlo sperimentare.



Negli anni ottanta il Dr. Stephen LaBerge fondò il Lucidity Institute a Stanford, nello stato della California, per lo studio e la ricerca sul fenomeno del Sogno Lucido. Secondo LaBerge questa “disciplina” interessa vari ambiti di studio: dalla psicologia, alla spiritualità, all’arte stessa e, se applicata con metodo e controllo può davvero essere d’aiuto a diversi livelli: autostima, sviluppo della creatività, capacità di affrontare paure ed inibizioni e il raggiungimento di liberazione ed armonia.

Possiamo descrivere questo fenomeno come un risveglio nel sonno. 

In pratica si sta vivendo un sogno lucido quando nel sonno possiamo dire “Sto sognando!“. Quasi sempre, quando sogniamo, viviamo la realtà onirica come degli attori totalmente inconsapevoli ma può capitare di vivere un sogno lucido e la sensazione che si prova è quasi sempre di euforia, perché in quel momento ci si rende conto di poter pilotare la realtà onirica come desideriamo. 
Infatti una volta che si entra nel sogno lucido le possibilità che abbiamo a disposizione diventano infinite.

- Come sperimentare un sogno lucido -

Una delle cose necessarie per sperimentare i sogni lucidi è quella di riuscire a ricordare i propri sogni. Il metodo che consigliamo è quello di tenere un diario dei sogni, da scrivere ogni mattina subito dopo il risveglio. Potrete notare che, scrivendo i sogni che fate ogni giorno, la vostra attenzione durante i viaggi onirici si farà sempre più acuta e potrete sperimentare in modo naturale un sogno lucido senza usare altre tecniche. Per molte persone però è più complicato riuscire a svegliare la propria coscienza durante il sonno.



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Le tecniche più conosciute e che aiutano ad aumentare in modo significativo, la possibilità di avere un sogno lucido:

  • RCT, metodo del controllo sulla realtà
Si tratta di prestare attenzione, più volte durante l’arco della giornata, a cose che nel sogno cambiano, in modo tale da rendersi conto che si sta sognando. Ad esempio si potrebbe controllare l’ora diverse volte (generalmente quando si controlla l’orologio nel sogno e lo si ricontrolla anche dopo qualche secondo, l’orario è mutato), oppure potreste fissare un panorama o una stanza più volte (quando lo si fa nel sogno in genere lo scenario è completamente diverso), controllare tutte le cose che hanno a che fare con i numeri (orario, matrici di numeri, partenze e arrivi di treni o di aerei ecc…). Far si che questo atteggiamento di “controllo” della realtà diventi un’abitudine in questo modo farà sì che anche nel sogno la consapevolezza aumenterà.

  • CAT, tecnica di adeguamento del ciclo

La CAT, acronimo di cycle adjustment technique, è una tecnica efficace, sviluppata da Daniel Love, uno studioso britannico. Consiste nel calibrare il proprio ciclo di sonno con lo scopo di poter aumentare le probabilità di veglia durante la sua ultima parte. Ci si deve svegliare 90 minuti prima del suono della sveglia, fino a che il ciclo di sonno si regoli sulle nuove condizioni. Quando questo avviene, si alternano le vecchie e le nuove condizioni di sveglia. Nei giorni con tempo di sveglia nella norma, lo stato di allerta aumenterà fino a rendere il sogno lucido più probabile.

  • MILD, induzione mnemonica del sogno lucido


Questa tecnica è una delle più utilizzate e consiste nel coricarsi con l’intenzione di riconoscere nel sogno delle situazioni inusuali o impossibili da verificarsi nella realtà. È una tecnica molto semplice ed immediata da applicare ma non così efficace se applicata da sola: di solito si utilizza in combinazione con una delle altre per ottenere un effetto in sinergia.

  • WBTB, induzione per risveglio e riaddormentamento


Questa tecnica applicata ad uno dei metodi sopra citati, ed è molto efficace; si sperimenta infatti un aumento del 62% dei sogni lucidi. La tecnica sta nell’andare a dormire e svegliarsi circa 5/6 ore dopo, restare svegli per un’ora focalizzando i pensieri sul sogno lucido (semplicemente pensandoci o leggendo qualche libro che ne parli) ed infine tornare a letto, cercando di effettuare il “MILD”. Questa procedura aumenta notevolmente la probabilità di avere un sogno lucido. Questo è dovuto al fatto che le fasi del sonno REM (quelle in cui si sogna) si allungano col il prolungarsi della notte. Più la fase REM è lunga, più aumentano le probabilità di acquisire lucidità all’interno di essa.

  • WILD, sogni lucidi iniziati da sveglio


Questa tecnica consiste nell’iniziare il sogno ma “senza addormentarsi” questo è possibile rilassando completamente il corpo ma mantenendo la mente vigile e concentrata su di esso. Il sogno lucido si raggiunge passando attraverso diversi stadi: è possibile avvertire delle scosse che attraversano il proprio corpo, essere preda di una particolare paralisi del sonno (innocua ma qualche volta terrificante), assistere alla materializzazione di particolari immagini ipnagogiche davanti ai propri occhi (chiusi), e successivamente ritrovarsi in un ambiente onirico passando quindi da “spettatore” ad “attore” protagonista della scena.

  • Induzione tramite stimoli esterni


Alcuni studiosi hanno sperimentato degli stimoli acustici su soggetti quando essi entravano nella fase REM, come l’ascolto di un nastro con frasi come: “Questo è un sogno”. Oltretutto, in commercio si trovano dei dispositivi che sono delle mascherine da indossare come gli occhiali quando si va a dormire. I sensori presenti nell’apparecchiatura si accorgono quando il soggetto entra in fase REM e gli inviano degli stimoli tramite dei led luminosi (talvolta si possono anche programmare con suoni e/o registrazioni). Poi, se il dormiente sarà in grado di avvertirli ed interpretarli in modo corretto, si potrà ottenere la lucidità nel sogno.


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Il Segreto Tolteco Il Segreto Tolteco
Le tecniche del sogno degli antichi Mexica
Sergio Magana Ocelocoyotl

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I SOGNI LUCIDI SONO UTILI?

Lo scrittore e regista Alejandro Jodorowsky nel suo libro “Psicomagia” e nel “La danza della realtà” fa di frequente riferimento alle esperienze di sogno lucido che ha avuto durante la sua vita. Questi eventi erano da lui fortemente ricercati e mai fini a se stessi. Lui stesso ci spiega come la pratica del sogno lucido gli abbia donato grandissimi benefici:
“Ciò che intimorisce perde potere nel momento in cui smettiamo di combatterlo. Spesso sono riuscito a dissipare la paura del destino finale, attraversando la mia propria morte nel sogno”.

Ecco l’elenco dei benefici che cita l’autore.

  1. Sviluppare una maggiore consapevolezza, sia nelle veglia che durante la fase onirica.
  2. Liberarsi dagli incubi.
  3. Risolvere problemi.
  4. Sperimentare azioni alternative senza timore delle conseguenze; sviluppare la capacità auto assertiva intraprendendo azioni deliberate.
  5. Accelerare l’attività del sistema immunitario.
  6. Aumentare la capacità di prendere decisioni e cambiare le propria vita durante la veglia.
  7. Integrare gli aspetti conflittuali del Sé, integrare la personalità.
  8. Esplorare le potenzialità creative della mente.

Il sogno lucido è un’esperienza straordinaria e tutti dovrebbero provarla.


La Danza della Realtà La Danza della Realtà

Alejandro Jodorowsky

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I Simboli dei sogni I Simboli dei sogni
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Yoga Tibetano del Sogno Lucido B. Alan Wallace Brian Hodel Sognarsi Svegli
Lo yoga tibetano del sogno & sogno lucido
B. Alan Wallace

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FONTE

mercoledì 11 gennaio 2017

Ecco come il tuo CORPO e la tua VITA cambiano ogni 7 anni.

Il mistero dei 7 anni: 

allo scadere di ogni settimo anno il nostro corpo fisico non è più lo stesso.


La vita possiede uno schema interiore che è bene comprendere. La biologia ci insegna che il nostro organismo rinnova completamente le sue cellule, ad eccezione di quelle del sistema nervoso, ogni sette anni e quindi allo scadere di ogni settimo anno il nostro corpo non è più lo stesso. La psicologia, a sua volta, individua dei cicli settennali di trasformazione individuale cosicché ogni sette anni sperimentiamo una rigenerazione psicofisica dell’intero organismo.

Questo dato della scienza moderna conferma misteriosamente ciò che la Medicina Cinese già affermava: che l’energia vitale, Jing, si sviluppa nella donna con cicli di sette anni (nell’ uomo più lentamente, otto anni). Ugualmente non poche altre tradizioni, come quella pitagorica, rilevano come la Natura segua spesso cicli settenari (la “legge dell’ Ottava”). 

Il Sufismo, corrente mistica islamica, suddivide la vita in cicli di 7 anni che identificano i 4 Tempi della vita: dalla nascita ai 28 anni c’è il Tempo della Crescita (7-14-21-28), cui corrisponde lo sviluppo dell’organismo e la formazione della personalità; segue il Tempo della Stabilità, dai 28 ai 56 anni, durante il quale si persegue la realizzazione personale e l’equilibrio, poi arriva il Tempo della Prosperità, dai 56 agli 84 anni, infine il Tempo della Saggezza, dagli 84 ai 112 anni.

Anche il fondatore della Medicina Antroposofica, Rudolf Steiner (1861-1925), iniziato austriaco, ha evidenziato l’analogia fra l’evoluzione del sistema solare e dell’essere umano. Ha infatti collegato gli “Archetipi” simbolici dei pianeti alla biografia umana, mettendone in evidenza l’influenza nel corso dei vari settenni.

Queste fasi di sviluppo, o settenni, sono tutt’oggi rispettate nella pedagogia Waldorf.

Oggi questa conoscenza dei cicli dei sette anni viene anche chiamata biosofia e suddivide l’esistenza umana in fasce di sette anni.
  • Vi è relazione con Luna, Mercurio e Venere, dalla nascita a 21 anni; 
  • Dai 21 a 42 anni l’uomo trasforma la sua vita interiore sotto l’influsso del Sole.
  • Marte, Giove e Saturno dai 42 ai 63 anni. 

Nella prima triade (da 0 a 21 anni) avviene gradualmente lo “sviluppo corporeo” della persona umana, nelle sue parti costitutive.

  • Fascia di età da 0 a 7: L’imitazione


Lo sviluppo fisico è centrato sulla maturazione del sistema neurosensoriale. Per il lattante il senso del tatto (quindi il sentirsi accarezzato e curato con amore) è un veicolo fondamentale per il suo sviluppo, così come l’udito (tono di voce).  Il bambino piccolo è completamente dipendente dall’ambiente che lo circonda, in particolare dalla mamma (elemento lunare).  Il bambino assorbe le armonie e disarmonie che lo circondano, le percepisce con speciali ʺantenneʺ. LUNA, principio che “rispecchia”.

  • Fascia di età da 7 a 14: L’apprendistato


Le forze eteriche si liberano dal loro involucro e cominciano a dare vita all’ attività del pensiero e della memoria. A livello fisico si completa lo sviluppo degli organi connessi con il sistema ritmico (cuore, respirazione, circolazione). Avviene il passaggio dai denti da latte a quelli permanenti. È l’età della scuola. Prendono molta importanza la figura del maestro e quelle dei compagni. A livello animico si sperimentano coscientemente forti correnti di simpatia e antipatia. Si sviluppa il pensiero, e la capacità di relazionarsi e comunicare, infatti questo settennio è sotto l’influsso di MERCURIO, dio che unisce e che comunica.

  • Fascia di età da 14 a 21: L’iniziativa


Durante questo settennio, dominato da Venere e dallo sviluppo del proprio corpo astrale, avviene un maremoto, che la persona vive, attraverso i rapporti, emozioni e sentimenti estremi. La persona è assai idealista, e si ribella a qualsiasi forma di autorità per scoprire ciò che davvero vuole nel suo intimo. I genitori devono tassativamente rispettarlo, per evitare conseguenze molto gravi. A livello fisico si completa lo sviluppo degli organi sessuali e delle membra, gli arti si allungano. Si sviluppano il sistema del ricambio e metabolico. Ora – avvenuta  la nascita effettiva del corpo astrale – l’adolescente può misurarsi con concetti astratti, e non più solo con una conoscenza per immagini. L’adolescente può iniziare a formarsi un suo giudizio e accosta materie scientifiche (l’algebra, le scienze naturali, la matematica) in cui il vero e il falso siano sperimentabili. L’adolescente comincia sperimentare il bene e il male anche dentro di sé. È attirato da due estremi: dai grandi ideali, ma anche dai lati oscuri della realtà e di sé stesso. Si potrebbe dire che sperimenta la “cacciata dal paradiso”. È il periodo in cui si sveglia alla sessualità:i si comincia a cercare l’altro che ci completa, il partner. E’ il settennio sotto l’influsso di VENERE, principio equilibrante e “armonizzante”. Si chiude così il primo ciclo, quello sotto l’influsso degli “dei” che determinano passivamente il karma, cioè dei processi di sviluppo innati, dovuti a impulsi naturali o “collettivi”, quelli correlati al concetto di “ego“.

I Cicli del Divenire I Cicli del Divenire
Il modello planetario dello sviluppo
Alexander Ruperti

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L'Evoluzione in Settenari in Omeopatia Hahnemanniana L'Evoluzione in Settenari in Omeopatia Hahnemanniana
Uso delle diluizioni cinquantamillesimali (LM o Q) alla luce della "Legge dell'Ottava"
Claudio Colombo

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Nella seconda triade (da 21 a 42 anni) si sviluppa più coscientemente la ʺparte animicaʺ, nelle sue tre facoltà del pensare, sentire e volere. Piena maturazione dell’anima senziente, dell’anima razionale e dell’anima cosciente 

(vedi “fisiologia occulta“)

Dunque: Terzo, quarto e quinto settennio (SOLE) devono attuare il pieno sviluppo dell’Io, in cui si incarnano le forze spirituali dell’essere umano. Pieno, completo e attuale sviluppo dell’individualità umana.

  • Fascia di età da 21 a 28: La sensibilità

Durante questo settennio il giovane scopre il mondo e rapporti in una forma più vasta. Dominato da Venere e il Sole. Cerca di conoscersi esplorando tutta la ricchezza della sua natura sentimentale (emozioni, sensazioni, percezioni) in una gamma di rapporti e esperienze più vasta possibile. La posta in gioco è cesellare con cura la sensibilità, per fare di sé un uomo o una donna di cuore, base essenziale per un sano sviluppo nella vita adulta. E’ inoltre la fascia di età in cui è possibile guarire le ferite del terzo settennio (dai 14 ai 21 anni).

  • Fascia di età da 28 a 35: La riflessione

La svolta della vita. Si è all’apice dell’incarnazione e della sua penetrazione nella materia. E’ allo Zenit della vita, ed è caratterizzato dalla riflessione, attraverso la quale l’individuo deve imparare a rispondere ai suoi interrogativi e ridefinire l’idea che si è fatto della conoscenza.  Soggiace all’influenza del Sole, ma con un’ulteriore influenza di Mercurio, legato al pensiero. E altresì l’età che permette di guarire le ferite del secondo settennio (dai 7 ai 14 anni).

  • Fascia di età da 35 a 42: L’individuazione

Questo settennio conclude la grande fase solare della coscienza di sé e trasmette padronanza della personalità. Impariamo finalmente ad agire tenendo conto di ciò che pensiamo e amiamo. Nel cuore di questo periodo si colloca la grande svolta della vita, con la possibilità di orientarsi verso il proprio fine e di cominciare a manifestare la propria specificità. E’ Saturno, pianeta dell’individuazione a reggere questo settennio, sempre insieme al Sole. E’ inoltre la fascia di età in cui è possibile guarire il primo settennio (dalla nascita ai 7 anni).

Nella terza triade (da 42 a 63 anni) può avvenire lo sviluppo più cosciente della ʺparte spiritualeʺ, non più per un processo naturale, ma soltanto per libera iniziativa individuale, in forza dell’ Io precedentemente maturato. Inizia il ciclo delle forze che aiutano l’uomo a liberarsi dal karma.

  • Fascia di età da 42 a 49: La Libertà


Caratterizza la piena maturità. Ora che l’ Io, l’individualità, ha imparato ad utilizzare i suoi strumenti durante la grande fase solare, è tempo di esprimere tutta la ricchezza creativa. E’ il settennio della libertà. L’individuo deve acquisire piena autonomia. Vive quindi una specie di anti-adolescenza o di pubertà invertita che causa una grande agitazione interiore ed esteriore. Infine, la caratteristica essenziale di questo settennio, è che diventa importantissimo rivolgersi verso il mondo e verso gli altri per imparare a dare e diventare creatori. D’improvviso, viene abbandonata la grande fase solare (sostanzialmente era concentrato su se stesso per coglierne la propria identità e capire chi era, qual era il suo scopo) ed entra in quella di Marte e tutto cambia. 

In questo settennio:

  • Anziché coltivare l’individualità deve imparare a rivolgersi agli altri
  • Anziché concentrarsi esclusivamente su partner e figli, deve aprirsi al mondo e alla fratellanza
  • Anziché pensare  al personale successo sociale, deve collaborare con gli altri nei progetti che vanno oltre la sua portata
  • E infine, anziché costruirsi interiormente, deve contribuire a edificare il mondo e piantare i semi del futuro
  • Per riassumere, anziché limitarsi a guardarsi l’ombelico, la persona deve dimenticare se stessa e interessarsi al mondo nel quale vive. Passa dall’individuale al sociale. Espande il proprio Sè agli altri.

  • Fascia di età da 49 a 56: Il dono di sè


Durante questo settennio, l’individualità umana, già in gran parte libera dall’influenza delle passioni e degli istinti, si disimpegnerà dal sentimento. Questo produce una maggiore tranquillità e più interesse verso gli altri, verso il mondo. Per dirla brevemente, meno egoismo. Più il cinquantenne metterà se stesso al servizio degli altri, specialmente aiutando i più giovani a realizzarsi con quanto ha compreso, più si vedrà offrire possibilità di espansione. Questo settennio è governato da Giove, l’astro che generosamente dispensa saggezza.

  • Fascia di età da 56 a 63 e oltre: La saggezza

La vita è ben progredita e l’essere umano di questa fascia d’eta ha le spalle sufficientemente solide per intraprendere progetti di grande responsabilità. Si tratta di una fascia d’età in cui raccogliamo i problemi e i benefici della prima infanzia. E’ un periodo di distacco da cui dobbiamo trarre insegnamento dalla vita, trasmettendo nel contempo speranza ai bambini e giovani adulti. Diventa fondamentale essere di sostegno a chi incontriamo. Dopo i 63 anni continua lo sviluppo dell’elemento spirituale nell’uomo, per cui a fronte di un graduale diminuire dell’energia fisica e del deperimento delle forze vitali, alcuni possono sperimentare un aumento delle forze spirituali e di coscienza, corrispondente ai pianeti esterni del sistema solare.

Il periodo che segue al 63° anno è come una nuova fase della vita dell’uomo. Nuova perché non si è più sotto la diretta influenza del sistema solare e dei pianeti (almeno dei “sette” sub-saturniani). È un’età che può portare notevoli slanci di una nuova libertà, nuova giovinezza dell’anima. E’ la fase in cui, a completamento di quanto eventualmente intrapreso  nella triade precedente, alcuni uomini sarebbero orientati spontaneamente verso il Sè (principio transpersonale).

Il succedersi ciclico di queste evoluzioni spiega perché nel corso degli anni la nostra “costituzione” può cambiare, malgrado il determinismo genetico. E’ bene fra l’altro, che un eventuale terapeuta sappia valutare i disturbi del paziente in relazione al suo stadio evolutivo, alla tappa che sta vivendo nel suo periodo di vita.

La maggior parte di queste informazioni sono tratte da La tua Vita Cambia ogni 7 Anni a cui rimando per approfondire ulteriormente e trovare informazioni utili per vivere al meglio il proprio ciclo di esistenza


La Tua Vita Cambia Ogni 7 Anni La Tua Vita Cambia Ogni 7 Anni
Scopri i ritmi del tuo destino
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martedì 10 gennaio 2017

CAMBIAMENTO: ecco come affrontarlo seguendo il FLUSSO e senza averne paura.

Può essere terrificante attuare un cambiamento nella nostra vita. Ma la realtà è che non c’è bisogno di cambiare tutto in una volta. Quello che dobbiamo fare è avere il coraggio di fare un piccolo cambiamento, ogni giorno, un momento alla volta. Il coraggio è quello che ci trascinerà in una vita più felice.


“La vita è una serie di cambiamenti naturali e spontanei. Non opporvi resistenza – avresti solo dispiaceri. Lascia che la realtà sia realtà. Lascia che le cose fluiscano naturalmente verso la propria direzione.” – Lao Tzu
Poco importa quanto bene riusciamo ad organizzare e pianificare la nostra esistenza, poco importa quante buone abitudini siamo in grado di adottare: ci saranno sempre situazioni ed eventi al di fuori del nostro controllo. Se vogliamo evitare che queste situazioni ci provochino rabbia, frustrazione e stress, come troppo di consueto accade, sta esclusivamente a noi saper adottare la strategia più efficace.

La soluzione è semplice: per affrontare e gestire al meglio il cambiamento, gli imprevisti e tutto ciò che è al di fuori del nostro controllo, dobbiamo imparare a seguire il flusso.


Cosa significa in concreto? Ecco un esempio.


Immagina che tu sia riuscito finalmente a ritagliarti del tempo per fare meditazione al mattino. Riesci a farlo con costanza e questo ti dona calma e serenità. Un bel giorno tuttavia il rubinetto del bagno si rompe e tu devi trascorrere l’intera mattinata a ripulire il disastro e ad aggiustare il rubinetto. Niente meditazione, ovviamente, e una buona dose di stress a rovinarti la giornata. Ti senti arrabbiato e frustrato perché hai dovuto darti da fare per risolvere il problema e non hai potuto seguire la tua routine quotidiana.

Se vediamo bene, tutti noi abbiamo inconvenienti di questo tipo, non è vero? 

Situazioni e problemi che impediscono alle cose di andare come vorremmo; persone ed eventi che alterano una realtà che noi stiamo costruendo a fatica e una vita che non procede propriamente nella direzione verso cui desideriamo che vada. Le conseguenze sono stress, ansia, frustrazione, delusione.
Deve necessariamente andare così? No, se impari a seguire il flusso.

Nel caso specifico, seguire il flusso significa accettare l’imprevisto del rubinetto rotto, accettare che per quel giorno non puoi dedicarti alla meditazione. Seguire il flusso significa considerare l’imprevisto come un’opportunità per impegnarti in qualcosa di diverso e per apprezzare ancora di più le future occasioni per praticare la meditazione.

Cosa vuol dire dunque seguire il flusso? Significa non pensare che la strada giusta sia soltanto quella che avevi immaginato. Significa accettare il cambiamento e l’imprevisto come parte naturale dell’esistenza, senza ritrovarti stressato e frustrato. Significa prendere dalla vita ciò che ti offre, piuttosto che cercare in modo esasperato di modellarla come vorresti che fosse.

È importante identificare la differenza tra cambiamento e trasformazione
Come dice la famosa psicoterapeuta americana Teri Cole
“Noi tutti diciamo di voler cambiare, ma dal cambiamento si può sempre tornare indietro. Ciò che vogliamo veramente è la trasformazione. “Quando ci trasformiamo, non dovremo mai più tornare al tuo vecchio modo di vivere”.


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Qui di seguito ci sono tredici consigli che possono aiutarti per affrontare i cambiamenti della tua vita e fare di domani un giorno migliore di oggi. 
Quindi, navighiamo con grazia e cominciamo le nostre trasformazioni con questi semplici passaggi:

1. Realizza che non puoi controllare tutto.


Credo che ognuno di noi ne sia almeno in una certa misura consapevole, ma il modo in cui in genere ci comportiamo, pensiamo e agiamo contraddice nei fatti questa semplice verità: non possiamo controllare la realtà che ci circonda, semplicemente perché non è a nostra disposizione. Possiamo certamente influenzarla, ma molti dei suoi aspetti rimangono comunque al di fuori del nostro controllo. Accettalo e concentrati su ciò che puoi controllare, sulle cose che sono nella tua sfera di responsabilità e azione. Se non accetti questo assunto di partenza, sarai inevitabilmente preda della frustrazione.

2. Assumi consapevolezza.


Non puoi riuscire ad accettare l’impossibilità di controllare tutto se prima non ne assumi consapevolezza. Per fare questo inizia ad osservare i tuoi pensieri, cerca di seguire il flusso della tua mente con distacco, come se ne fossi un semplice testimone. Diventa consapevole dei momenti in cui senti crescere la rabbia, l’ansia e la frustrazione: il semplice fatto di riuscire ad assumere consapevolezza di queste sensazioni ti aiuterà a lasciarle andare e a liberartene.

3. Cancella il disordine.


Sono molte le cose che si possono accumulare e che aggiungono un inutile stress alla nostra vita. Disagi fisici, emotivi, ma anche il disordine mentale può impedirci di andare avanti. Ricorda, un piccolo cambiamento ogni giorno, un passo alla volta, può fare una profonda differenza per te. Chiediti se quello che hai dentro e fuori di te porti gioia nella tua vita. Se non ti senti felice, è il momento di buttarla. Questo naturalmente, include persone, lavoro, abitudini e oggetti. Quando inizi ad assumere consapevolezza che una determinata situazione ti sta provocando ansia, rabbia o frustrazione, fai un respiro profondo. Fanne più di uno. Concentrati esclusivamente sul respiro. Fallo lentamente, senti l’aria che scivola gentilmente nei tuoi polmoni e poi seguila mentre esce, con calma, senza fretta. Questo ti aiuterà a rilassarti immediatamente e a gestire con maggiore lucidità la situazione.

4. Osserva in prospettiva.


Nel momento in cui senti che stai per perdere la calma e il controllo, c’è una cosa estremamente utile che puoi fare, subito dopo aver provato a rilassarti con dei respiri profondi: prova ad osservare la situazione da una prospettiva differente. Fermati un momento, arresta il tuo flusso di pensieri e guarda alla realtà specifica dall’esterno, come se fossi un semplice osservatore o un testimone. Questo ti aiuterà ad osservare la situazione con maggiore distacco e oggettività e quello che potenzialmente era in grado di farti perdere le staffe non sembrerà più poi così importante.

5. Usa la tua ispirazione come spinta.

Può capitare che tu ti senta bloccato, ma se ti concentri sul negativo non risolverai nulla. Se desideri realmente cambiare la tua vita, inizia a prestare attenzione alla tua ispirazione e ascolta la tua guida interiore. Anche se non sai quello che vuoi, concentrati sul coltivare e nutrire le tue intuizioni. Potrebbero anche arrivarti dei segni nella realtà di tutti i giorni, presta attenzione.


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6. Fai pratica.

E’ cruciale, soprattutto in tema di cambiamento, comprendere che, così come quando ti cimenti nell’apprendimento di una nuova abilità o competenza, all’inizio probabilmente infilerai soltanto una serie di insuccessi. Va bene così. Per imparare a seguire il flusso e a gestire il cambiamento hai bisogno di pratica, impara semplicemente a fare errori e ad accettarli come parte integrante del processo di apprendimento. Il vero fallimento è solamente il non provare per paura di sbagliare. Fai pratica, sbaglia e riprova, vedrai che con la pratica ben presto imparerai a gestire il cambiamento e gli imprevisti.


7. Segui l’itinerario della gioia.


Chiediti sempre: “Che cosa mi porta gioia?” Fai una lista delle cose che ti danno gioia nella tua vita e di quelle che vorresti avere e che non hai. Poi fai il confronto. In quel momento capirai se la tua esistenza ti rende davvero felice o se devi cambiarla e cosa più importante, questo esercizio potrebbe rivelarti la tua missione di vita.


8. Ridi.


Quando qualcosa intorno a noi cambia, oppure si presenta un imprevisto, è di incredibile aiuto sforzarsi di vedere la situazione da un punto di vista ironico e divertente, piuttosto che rimanerne frustrati. Hai forato la ruota e non sei capace di cambiarla? Ripensa a tutte le volte che ti eri ripromesso di imparare a farlo e ridici su. Ovviamente questo implica una certa capacità di osservare la situazione con distacco, il che richiede ancora una volta una buona dose di pratica. Se riesci a trovare il lato ironico in ogni situazione sei già sulla buona strada per una gestione più che efficace degli imprevisti.


9. Visita il tuo sé futuro.

Visualizzare se stessi felici e sani è una componente chiave per manifestare. Devi immaginare e credere che una cosa sia possibile nella tua mente prima di realizzarla.


10. Trova un mentore.

Trova una persona che rispetti e ammiri e che ti aiuti ad illuminare il tuo percorso. Questa è la chiave per il successo a lungo termine. Cerca le persone che hanno ciò che vogliono, che sono felici della propria vita, che raggiungono i propri obiettivi. Loro sono in grado di mostrarti la strada. I mentori ci aiutano ad illuminarci la via lungo la strada, e ci spingono in avanti molto più velocemente. Se ti senti bloccato, paralizzato dalla paura, stai tranquillo perché questa svanirà quando trasformerai il tuo pensiero in azione. L’azione porta chiarezza e fiducia. Prima concretizzi un pensiero, prima la paura cesserà di esistere.


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11. Realizza che non puoi controllare gli altri.

Si tratta di uno degli aspetti più sfidanti in tema di cambiamento e di accettazione della realtà. Spesso ci sentiamo terribilmente frustrati, se non arrabbiati, quando le altre persone non si comportano così come vorremmo. Può trattarsi del nostro partner, di un collega o dei nostri figli, magari di un genitore, ma l’effetto è sempre lo stesso: se le loro azioni non sono conformi alle nostre aspettative inevitabilmente ci sentiamo stressati, frustrati o arrabbiati.

Possiamo farci qualcosa? Sugli altri possiamo fare ben poco, ognuno agisce in base alla propria personalità e allo stesso modo probabilmente anche alcuni nostri comportamenti infastidiscono le persone intorno a noi.

Quello che possiamo fare è intervenire su di noi e sulla nostra percezione, accettando il fatto che gli altri non sono sotto il nostro controllo: il prossimo non è a nostra disposizione, non possiamo decidere e stabilire noi come l’altro si deve comportare. Impara ad accettare e ad amare l’altro nella sua meravigliosa unicità, nella sua individualità, così complessa e ricca, esattamente come la tua, di pregi e difetti. Non è facile, ma inizia ad assumerne consapevolezza e a fare pratica in tal senso.


12. Accetta il cambiamento e l’imperfezione.


Quando riusciamo a far sì che le cose siano esattamente come avevamo voluto, in genere il desiderio successivo è quello di mantenerle così come sono. Ma la realtà è un’altra: quelle cose, situazioni, eventi o realtà materiali che siano, cambieranno. Inevitabilmente. E’ un aspetto intrinseco della nostra esistenza. Nulla rimane immutabile, prima o poi cambierà. La risposta migliore a tutto ciò è accettare, anzi abbracciare pienamente, il cambiamento e considerarlo per quello che é: una costante nella nostra vita.

Il mondo intorno a noi muta incessantemente e noi siamo parte di questo cambiamento. Datti da fare per cambiare le cose per il meglio, ma accetta il cambiamento che non puoi controllare. Accetta che le cose, le persone e le situazioni potranno diventare imperfette e lontane dall’ideale che avevi immaginato.


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13. Assapora la vita come un meraviglioso flusso di cambiamento, caos e bellezza.

Cosa significa davvero vivere una vita perfetta? Significa forse rendere la nostra realtà e il mondo intorno a noi esattamente conformi all’ideale che ci siamo creati? Probabilmente quell’ideale non lo raggiungeremo mai, proprio perché non tutto è sotto il nostro controllo. Perché allora non provare a considerare il mondo già perfetto così come è cercando di focalizzare i nostri sforzi sugli aspetti che possiamo realmente cambiare?

La realtà è dolorosa, caotica, faticosa, in continuo mutamento… ma meravigliosamente perfetta. Il mondo è già bellissimo così come è. La vita non è qualcosa di statico, ma un flusso in continuo cambiamento, non è mai uguale a se stessa, non si arresta mai e in ogni forma che assume abbiamo comunque l’opportunità di ammirarne la bellezza. Ogni cosa intorno a noi è meravigliosa, se i nostri occhi sono pronti ad ammirarla.


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FONTI: 1 - 2

lunedì 9 gennaio 2017

I MIGLIORI METODI PER ATTIVARE LA GHIANDOLA PINEALE - TERZO OCCHIO

Possiamo considerare la ghiandola pineale (o epifisi) il "congegno" più sofisticato che si trova nel nostro corpo. Si tratta di una ghiandola endocrina dalla forma simile ad una pigna ma poco più grande di un chicco di mais e la sua attività è prevalentemente notturna poiché influenzata dalla luce.


Situata al centro del nostro cervello, è collegata allo stesso da sofisticate reti neuronali ed è conosciuta soprattutto perché sovrintende e sostiene una moltitudine di funzioni vitali, tra le quali la regolazione del ritmo circadiano sonno-veglia e dell'orologio biologico (crescita, sviluppo, maturazione sessuale, altri bioritmi). 
[ VEDI: LA GHIANDOLA PINEALE come ''sincronizzatore dei ritmi'' ]

Infatti l'ormone che secerne primariamente è la Melatonina, sostanza nota perchè associata appunto alla qualità del sonno e, in buona misura, anche al processo di invecchiamento.

[ VEDI: MELATONINA - L'ORMONE DEL SOGNO ]

In genere la produzione ormonale è massima, sia pur ridotta rispetto al suo potenziale, nei primi anni di vita per poi scemare gradualmente dopo i 12 anni fino a dimezzarsi verso i 45, limitandosi quasi esclusivamente alle funzioni sopra menzionate. Dopo il settimo anno di età vi si depositano spesso dei minerali (calcificazione) che la rendono visibile ai raggi X. Riceve informazioni sul mondo esterno dagli occhi, percependo luminosità e oscurità grazie agli impulsi trasmessi dalla retina ed elaborati dall'ipotalamo. Viene chiamata anche il "terzo occhio" poiché, secondo antiche credenze allegoriche, una volta attivata diviene l'interfaccia con la nostra coscienza conferendo la "vista interiore", cioè il dono di ripercorrere le precedenti esistenze e riepilogare il rapporto karmico che conduce alla reincarnazione, oltre alla capacità di identificarsi con il Principio vitale cosmico e di accedere ad una moltitudine di poteri psichici.

Per il suo fascino è da sempre oggetto di studi ma, anche per la sua complessità, le informazioni messe a disposizione dalla scienza ufficiale, trattano ancora superficialmente questo organo straordinario i cui poteri, nei millenni passati, venivano sapientemente utilizzati dalle civiltà più avanzate. 

Benefici oggi perduti assieme alla conoscenza di quei popoli. Tuttavia sono stati rinvenuti numerosi manufatti che narrano dei poteri del terzo occhio in tutte le culture antiche conosciute come, ad esempio, nella cultura egizia, nel buddismo e anche nel cristianesimo, dove esistono citazioni di filosofi e nei vangeli (apocrifi e non) sullo stato di illuminazione derivante dalla sua apertura. Non tutte le religioni e le filosofie hanno saputo cogliere il vero simbolismo legato alla ghiandola pineale e ispirarsi a questa antica conoscenza, così come la medicina ortodossa non si è mai preoccupata troppo di effettuare ricerche approfondite. Anticamente si credeva che queste speciali facoltà fossero riservate esclusivamente ad esseri superiori, illuminati, in contatto con Dio. 
Ma non è così. 
La melatonina è un trasduttore neurochimico e fu scoperta e isolata nel 1956 da Aaron Lerner. La sintesi della melatonina avviene nella ghiandola pineale, funzionalmente alla quantità di luce rilevata (anche in caso di cecità) attraverso gli occhi, partendo da una sostanza che introduciamo con l'alimentazione: il triptofano. Grazie a enzimi specifici, questo viene convertito prima in serotonina poi in melatonina. La produzione di melatonina viene influenzata da un neurotrasmettitore, la noradrenalina, normalmente presente nel corpo in condizioni di luce e stress. Il noto effetto sedativo non è l'unico da prendere in considerazione, infatti, la melatonina, regola la produzione di altri ormoni, l'attività cellulare e la termoregolazione, stimola la produzione di anticorpi, combatte gli eccessi di colesterolo dannoso ed è un potente antiossidante.

Oggi si trova facilmente in commercio sotto forma di integratore (con effetti collaterali praticamente assenti) indicato soprattutto per contrastare l'invecchiamento oltre che a normalizzare gli effetti del jet-lag. Ma i prodigi della melatonina non si fermano qui. Oltre ad essere impiegata nelle terapie di alcuni tumori (vedi cura del Prof. Di Bella), recenti studi scientifici sembrano dimostrare che determinate concentrazioni di questo ormone possono portare nel tempo ad uno stato di coscienza più elevato. Gli studi non sono ancora conclusi e potrebbe emergere molto altro ancora in futuro. Si può dire che, per il marketing e la medicina ufficiale, la melatonina sia l'ormone della giovinezza e del buon sonno, mentre, per il ricercatore spirituale, quello della consapevolezza.

Ovviamente è sempre stata vista come un ostacolo dalle aziende farmaceutiche produttrici di psicofarmaci che, trovandosi di fronte ad una sostanza priva di effetti nocivi e impossibile da brevettare perchè di origine naturale, hanno assistito, negli ultimi tempi, ad un notevole calo delle vendite. 

Esistono altre sostanze prodotte della ghiandola pineale a cui si attribuiscono proprietà illuminanti.

Il DMT (dimetiltriptammina) e la pinolina (o pinealina), sono tra questi i più potenti. Il DMT è una sostanza psicotropa esistente in natura che si può estrarre da diverse piante e gli effetti psichedelici di chi lo sperimenta hanno breve durata ma intensità elevata. Questo neurormone permette il distacco dall'ego, l'espansione della coscienza e l'interazione con altre dimensioni. Studi condotti negli anni '50 sullo sciamanesimo rivelano che nel corpo di presunti mistici sono state osservate concentrazioni pressoché costanti di questo neurotrasmettitore mentre nelle persone comuni il suo rilascio è occasionale ed esclusivamente notturno. 

La pinolina è un ormone prodotto dalla trasformazione della melatonina, concorre all'induzione della fase REM del sonno, al processo che da luogo ai sogni lucidi e alle esperienze extracorporee. In sostanza, libera l'accesso alla coscienza mentre sogniamo superando i filtri della mente. La nostra necessità di "ricaricarci" in dimensioni più elevate durante il sonno profondo è quindi gestita da specifici ormoni pineali. È dunque possibile giungere a questo stato in modo autonomo e cosciente per interagire non-localmente con la materia e la percezione di altri individui (si ricorda l'esperimento di Aspect del 1982)?

L'utilizzo di droghe, reperite casualmente in natura, che favoriscono un'iperattività pinealinica, ha da sempre interessato l'uomo e influenzato tutte le religioni, non solo per la mera necessità di evasione, ma soprattutto per l'alterazione di coscienza che procuravano, una sorta di scorciatoia per congiungersi con il piano divino onnisciente e trarne vigore e saggezza. Gli antichi testi vedici, a cui si ispira il buddismo, sono stati scritti da saggi che utilizzavano il soma (parente della ayahuasca e ricco di DMT) per mantenere il contatto con la spiritualità e i propri poteri.


In sintesi la ghiandola pineale:


– Produce la melatonina ormone che regola la qualità e la durata del sonno durante la notte.
– Secerne serotonina durante il giorno, che è di fondamentale importanza per i nostri livelli di umore e di energia.
– Regola sia i ritmi circadiani e le fasi di sonno-veglia.
– Determina il funzionamento degli ormoni, i livelli di stress e le prestazioni fisiche.


Ma come possiamo stimolare ed attivare la Ghiandola Pineale?

Scopriamolo insieme:

- DORMIRE IN COMPLETA OSCURITA’

La produzione di melatonina avviene al buio, quindi se si rimane svegli fino a tardi davanti al monitor o con le luci accese viene inibita la pineale. Dormire in completa oscurità aiuta la ghiandola pineale a produrre sufficiente melatonina per garantire un buon sonno ristoratore. È bene quindi evitare dispositivi retroilluminati come cellulari, tablet, monitor di computer e tv. Una caratteristica da tener presente deriva dall’attenta osservazione di una procedura delle Scuole Iniziatiche: costringere gli studenti a soggiornare almeno tre giorni in una grotta al buio più assoluto per risvegliare la pineale.

La produzione di melatonina inizia alle 21, raggiunge il picco all’1 e finisce un pò prima delle prime luci del mattino, come mostrato in questa figura redatta dallo studioso della pineale, il Dott. Walter Pierpaoli autore del libro La Chiave della Vita in cui tratta e spiega appunto della pineale alla luce delle sue ricerche scientifiche.


- ESPORSI AL SOLE

L’esposizione al sole favorisce la produzione di serotonina che è la sostanza di cui la pineale necessità per produrre la melatonina. La serotonina è responsabile del buon umore e migliora i livelli di energia. Anche praticare il Sun Gazing (guardare il sole per 2 secondi entro i primi 15 minuti di alba e tramonto) E' un ottimo modo per stimolare la pineale, dato che essa è come un terzo occhio nel mezzo del cervello, con tessuti retinici e una propria sensibilità alla luce.


- MEDITAZIONE

La meditazione attiva l’energia bioelettrica necessaria per la ghiandola pineale. 


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- IL PROBLEMA DELLA CALCIFICAZIONE

La calcificazione è il problema più grande per la ghiandola pineale ed è principalmente dovuto al calcio e fluoro inorganici. Il fluoruro si accumula nella ghiandola pineale più di qualsiasi altro organo e porta alla formazione di cristalli di fosfato che induriscono la ghiandola pineale riducendo così la produzione di melatonina. Come si decalcifica la ghiandola pineale?
Un alimento consigliato è il frutto del tamarindo e l’assunzione di zeolite. Eliminare il fluoro può ridurre drasticamente i problemi di salute: utilizzare un dentifricio senza fluoro, evitare l’acqua del rubinetto e preferire un’acqua a basso residuo fisso, consumare curcuma che aiuta ad espellere il fluoro. Eliminare il calcio inorganico avviene bevendo acqua a basso residuo fisso. Senza abbastanza vitamina D infatti il calcio non diventa biodisponibile e calcifica nei tessuti umani tra i quali la ghiandola pineale. Anche MSM e il coriandolo vengono di solito consigliati per purificare la ghiandola pineale. Mangiare alimenti ricchi di iodio o prendere integratori di iodio colloidale per ottenere il miglior risultato.

- RIDERE


Ricercatori giapponesi hanno scoperto che ridere la sera incoraggia il corpo a produrre più melatonina. I ricercatori misurarono i livelli di melatonina nel latte delle donne prima e dopo averle fatte assistere ad un video di una comica fra le più esilaranti di Charlie Chaplin, poi confrontarono i rilievi con quelli eseguiti prima e dopo che le donne avevano assistito alle previsioni del tempo. Risultò che la comica di Charlot, accompagnata da numerose risate, aveva notevolmente innalzato la concentrazione di melatonina nel latte materno, mentre le previsioni del tempo non avevano influito sull’ormone della pineale. Quindi film divertenti, serate in compagnia di buoni amici e fare yoga della risata sono degli ottimi modi. Anche fare una lotta di solletico col proprio partner.

- TEMPERATURA CORPOREA ALTA

La melatonina contribuisce a regolare la temperatura interna del corpo, e quando il nostro corpo è a 35,5 o 36 °C significa che la pineale non sta funzionando come dovrebbe, è quindi necessario aumentare la temperatura. La bassa temperatura corporea è legata ad una predominanza del sistema nervoso simpatico che inibisce le secrezioni della pineale favorendo invece gli ormoni dello stress e della tensione. E’ quindi importate avere una temperatura corporea più alta per far funzionare la pineale: 36,8 – 37 ,1°C è una temperatura ottimale come afferma il medico giapponese Masashi Saito, famoso per il suo libro Aumenta la Temperatura del Corpo e Recupera la Salute. Fare esercizio fisico, dei bagni caldi, sauna, consumo di grassi e zuppe calde favoriscono l’aumento della temperatura corporea.  La febbre è un ottimo strumento che usa il corpo per riattivarsi e potenziarsi. La febbre cambia anche lo stato psichico in quanto muta il metabolismo ossidativo del cervello e la percezione del mondo dentro e fuori di noi. Purtroppo si parla poco e a sproposito della termoregolazione, meccanismo fondamentale degli organismi omeotermi ai quali l’uomo appartiene. L’elevazione della temperatura corporea, se si mantiene nei limiti accettabili (37-39°C), ha effetti benefici non solo sul corpo (immunizzazione), ma anche sulla psiche. Infatti lo “sfebbrato” di un tempo nel quale non esistevano antibiotici e antipiretici, si sentiva “rigenerato” e come rinato, in quanto l’uscita dalla malattia segnava anche un ritorno a nuova vita.

- AMORE

Nel cuore che ama, la produzione endocrina si orienta di preferenza in termini di ormone natriuretico atriale (ANP), il quale stimola sia la ghiandola pineale che la ghiandola coccigea, attiva il sistema parasimpatico, induce immunostimolazione ed espleta pertanto effetto antitumorale. E’ stato riscontrato che quando si prova un sentimento di amore e di connessione con il creato aumenta la produzione dell’ormone ANP che permette la stimolazione dell’epifisi (pineale), al contrario se si provano sentimenti negativi di divisione, odio, rabbia, si limita la produzione di ANP a favore dell’endotelina-1 che inibiscono la pineale.


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