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martedì 10 ottobre 2017

Succo di MELOGRANO: il VACCINO dell’AUTUNNO

Il melograno è uno dei doni che questa stagione autunnale ci regala. Produce la melagrana, un frutto di stagione molto apprezzato, soprattutto per le sue proprietà.


I suoi chicchi, infatti, sono uno scrigno di vitamine, minerali e antiossidanti.

Negli ultimi anni, la comunità scientifica si è concentrata sullo scoprire i vari benefici che il consumo dei frutti di melograno può dare al nostro organismo. 

Diversi studi, ad esempio, hanno dimostrato che il consumo regolare di succo di melograno favorisce il sistema cardiocircolatorio, prevenendo lo stress ossidativo delle arterie e il possibile insorgere di aterosclerosi. Non solo: secondo i risultati di alcuni studi condotti in vitro, il succo e l’estratto di questo favoloso alimento potrebbero ritardare la progressione di alcuni tumori, come il cancro alla prostata, al colon e al seno.

Per i ricercatori, i vari benefici del consumo di succo di melograno sarebbero collegati all’alta concentrazione di antiossidanti, utili anche a proteggere la pelle dai raggi UV e dall’invecchiamento.





Il potassio è una delle sostanze benefiche naturali di cui la melagrana è più ricca, circa 250 mg per 100 grammi di frutto, ma anche vitamina C, ferro, magnesio e sodio. In minor quantità sono presenti poi manganese, rame e zinco. Grazie alla presenza di tannino (acido ellagico) il succo del melograno ha anche proprietà astringenti ed è quindi utile in caso di diarrea.

La melagrana, grazie ai suoi preziosi nutrienti, rinforza il sistema immunitario: per questo è consigliabile consumarlo in questo periodo, perché i suoi principi attivi ci preparano ad affrontare i malanni da freddo con un’azione simile a quella di un vaccino.


I chicchi di melograno possono essere gustati così, al naturale, o sotto forma di succo.



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Preparare in casa il succo del frutto del melograno è molto semplice: potete ricavarlo utilizzando uno spremiagrumi; ma ancora più semplice, gustoso ed efficace, utile a mantenere intatte le sue sostanze nutritive, è l’utilizzo di un estrattore


come sbucciare velocemente il melograno:


In questo modo, si ottengono chicchi di melograno pronti da spremere per preparare il succo.

Bevetelo appena pronto, in modo da potenziare il vostro sistema immunitario e proteggervi dai malanni dei mesi freddi.





giovedì 5 ottobre 2017

Benvenuti nell’Italia della sorveglianza di massa. (Gentiloni sta per imporre la censura sul web)

Benvenuti nell’Italia della sorveglianza di massa. (Gentiloni sta per imporre la censura sul web )


Dati personali su web e telefono, il governo dà il via alla sorveglianza di massa
Un’amara sorpresa attende gli italiani nei prossimi giorni. Il Senato, infatti, entro questo fine settimana darà il via definitivo a una norma che all’apparenza richiama l’esigenza di rispettare le norme europee. Si tratta delle Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2017Il disegno di legge, che reca come primo firmatario il nome del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, è uno di quegli atti adottati in termini brevissimi, per via scadenze di legge che ne giustificano l’adozione senza un’approfondita discussione parlamentare che ne rallenterebbe l’iter
Per questo motivo, insieme ad atti dello stesso tipo, come il decreto Milleproroghe, e le stesse norme che compongono la legge di Bilancio (quando ad esempio si diffonde la notizia che il governo porrà la fiducia) sono esposti all’inserimento di emendamenti last minute che non sono discussi se non per pochi minuti e che poi vengono approvati anche dall’altra Camera (in questo caso il Senato), senza poter essere modificati.
Dunque, queste norme contengono due disposizioni in grado di cambiare il concetto di sorveglianza di masse per i navigatori italiani
1. La prima norma dispone l’allungamento dei tempi di conservazione dei dati internet e telefonici a sei anni, ed è stata già oggetto di aspre critiche, provenienti anche dallo stesso Garante della privacy italiano, Antonello Soro.
2. La seconda norma assegna all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Agcom, il potere di intervenire in via cautelare, sulle comunicazioni elettroniche dei cittadini italiani, al fine di impedire l’accesso agli stessi cittadini a contenuti presenti sul web.
Le norme non possono essere modificate e passeranno così come sono. La scusa ufficiale è che non si possono procrastinare gli impegni europei, per cui, come ha dovuto constatare amaramente anche il Presidente dell’Autorità garante per la Protezione dei Dati personali, il Parlamento, pur in presenza di norme che contrastano chiaramente con le disposizioni europee che dicono di voler attuare, le fa comunque passare, per evitare di doverle discutere in una ulteriore lettura.





Cosa prevedono le nuove norme, già approvate alla Camera?

E’ semplice.

1. La prima norma prevede che i provider italiani, per ragioni di repressione di attività legate al terrorismo, devono conservare i dati di tutti i cittadini italiani, in attesa che le autorità inquirenti, decidano di chiedere informazioni su quei dati.
In soldoni, gli operatori di internet privati (ovvero chi ci dà accesso ad internet, ci fa telefonare ci consente di chattare) deterranno per sei anni (quindi per sempre, considerando che la norma entrerà in vigore da oggi) i dati di tutti gli italiani, a prescindere dalla effettiva commissione di un reato. Se poi si indaga su un reato, quei dati potranno essere richiesti ai provider. E di che dati stiamo parlando? Di tutto ciò che abbiamo detto o fatto attraverso il telefono, le chat o internet.
Ora, immaginiamo le banche dati che contengono queste informazioni e il rischio che queste banche dati, che a volte vengono conservate da provider con poche disponibilità finanziarie (o all’opposto da grandi realtà con milioni di dati), vengano bucate da un hacker che poi decida di vendere i dati.
Stiamo parlando di circa cinquemila soggetti (gli internet service provider) a volte dotati di mezzi minimi, che avranno in mano tutte le nostre vite digitali, che oggi sono divenute in realtà le vite reali. Qualcuno ad esempio potrebbe voler “bucare” il profilo di un parlamentare, di un giornalista scomodo, di un oppositore politico interno e/o esterno, e sapere a chi ha telefonato e quando e a chi una determinata persona o che siti internet ha visitato. Altro che immunità, questo qualcuno avrà accesso a tutte le conversazioni telematiche, a tutti i siti visitati e così via.
Si dirà: “Ma questo vale solo per il terrorismo“, e qui sta il secondo malinteso. Il provider, infatti, deve comunque raccogliere i dati, senza sapere se e quando queste informazioni verranno richieste, né può sapere quest’ultimo il perché gli vengano richiesti i dati: l’operatore, infatti, se viene raggiunto da una richiesta non la può sindacare, né l’autorità di polizia può comunicare, per non pregiudicare le indagini, a un soggetto privato il motivo della richiesta.

2. La seconda norma è ancora più inquietante. L’ha proposta, e fatta approvare alla Camera come primo firmatario, il deputato del Partito democratico Davide Baruffi con un emendamento “sprint”.
Questa norma si ricollega ad una legge già approvata undici anni fa nel nostro paese relativa ad un decreto legislativo che ha già ampiamente recepito la norma che dice di voler recepire che attribuisce alla Magistratura il compito di intervenire sul web. La proposta di legge sottrae ai giudici (come prevedono la nostra Costituzione e le nostre leggi, prima fra tutte la legge sul diritto d’autore) il compito di intervenire in via cautelare sui contenuti sul web. Come ha detto lo stesso Baruffi, “da oggi con un regolamento dell’Agcom, in Italia si sperimenta la notice and stay down e le piattaforme dovranno rimuovere i contenuti illeciti e impedirne la riproposizione”.
Ora, poiché il web è composto di milioni di informazioni che cambiano in nanosecondi e la maggior parte di questi dati sono all’estero, non c’è modo di conoscere in anticipo la riproposizione dei contenuti che la norma vorrebbe censurare, se non con una tecnica di intercettazione di massa denominata Deep packet inspection. L’unico modo, insomma, di fare ciò che il governo sta per fare approvare, è di ordinare ai provider italiani di “seguire” i cittadini su internet per vedere dove vanno, al fine poi di realizzare questo “impedimento” alla riproposizione, attraverso un meccanismo di analisi e raccolta di tutte le comunicazioni elettroniche dei cittadini che intendano recarsi su siti “dubbi”.
Questo, naturalmente senza alcun controllo preventivo da parte di un magistrato. L’Agcom, infatti, non ha di fatto potere su operatori che non siano in Italia. E’ per questo che, invece, in sede europea si sta discutendo in modo bilanciato di risolvere il problema alla fonte, dove nasce l’informazione, e non agendo sui cittadini presenti sul territorio nazionale.
La cosa, ancorché contraria alle norme europee già approvate, ha fatto gridare allo scandalo le associazioni italiane di diritti civiliquelle internazionali, le associazioni di consumatori più sensibili e gli stessi operatori del web.
Riavvolgiamo dunque il nastro: grazie al Parlamento, i dati dei cittadini saranno raccolti in banche dati custodite dai provider per un tempo pressoché illimitato. L’autorità amministrativa ovvero l’Agcom avrà il potere di ordinare ai provider di “seguire “ i cittadini italiani senza l’ordine di un magistrato.
Benvenuti nell’Italia della sorveglianza di massa.

Fulvio Sarzana
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it
LInk: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10/04/dati-personali-su-web-e-telefono-il-governo-da-il-via-alla-sorveglianza-di-massa/3892666/amp/





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domenica 24 settembre 2017

Metodo giapponese per combattere la pigrizia o regola del minuto

“Da lunedì comincerò una nuova vita, inizierò ad andare in palestra, a fare yoga, a leggere prima di andare a dormire…” 


Ognuno di noi, periodicamente, si pone degli obiettivi che il più delle volte non raggiunge, li posticipa al mese seguente, o si ripromette di fare entro i prossimi due mesi, o addirittura entro il prossimo anno. A volte capita che iniziamo a fare quello che avevamo pianificato però, per esempio, dopo esserci allenati per tre volte a settimana e per diverse ore al giorno, improvvisamente, smettiamo di farlo, ripromettendoci di riprendere in un altro periodo. 


Perché capita questo? 


Perché si tratta di un peso troppo grande, perché ci sentiamo stanchi e perché non ci siamo abituati.


Metodo Kaizen o regola del minuto


L’essenza di questo metodo sta nel fatto che la persona esegua il compito che si è prefissata ogni giorno, alla stessa ora e per un solo minuto. Un minuto è un lasso di tempo molto breve e questo significa che chiunque è in grado di affrontarlo, anche la persona più pigra del mondo. Quelle stesse attività che non volevamo eseguire per 30 minuti e per le quali solitamente si trovano un sacco di scuse per evitarle, adesso potranno essere tranquillamente compiute durante soli 60 secondi.

Saltare la corda, fare flessioni, esercitare i muscoli degli occhi, fare un pò di yoga, leggere un libro in un’altra lingua – non risulterà per niente difficile, in quanto sappiamo che tutto ciò durerà solamente un minuto, al contrario sarà motivo di allegria e soddisfazione. Sono i piccoli passi che ci possono portare a dei risultati eccezionali.

Riuscire a vincere quella fastidiosa vocina nella nostra testa che continua a ripeterci che non possiamo farcela, è un fattore molto importante in quanto finalmente potremo lasciare da parte i sensi di colpa e di impotenza, per fare spazio a quella gradevole sensazione dell’aver fatto, dell’aver compiuto. Una volta ispirati, sicuri e motivati, potremo passare da 1 a 5 minuti e se ce la sentiremo, a poco a poco, allungheremo i tempi sempre di più. Dopodiché, senza nemmeno rendercene conto arriveremo a trascorrere anche mezz’ora facendo le cose che abbiamo sempre voluto. I progressi saranno evidenti. 

La parola giapponese Kaizen è composta da altre due parole: kai che significa cambiamento e zen saggezza.

L’autore di questo concetto di gestione si chiama Masaaki Imai, lui pensa che “Kaizen” sia una vera e propria filosofia di vita che può essere messa in atto con esito sia nell’ambito lavorativo che in quello personale. 


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Per noi occidentali questo metodo giapponese potrebbe sembrare poco effettivo, in quanto ci hanno sempre insegnato che per avere buoni risultati bisogna impegnarsi a fondo, essere molto tenaci e soprattutto che senza sforzi non si può ottenere nulla. Di fatto però il metodo Kaizen può essere messo in pratica da tutti ed è possibile applicarlo a qualsiasi aspetto della vita. I giapponesi credono fermamente nella strategia della crescita graduale. Ora non ci rimane altro da fare che capire cosa veramente vogliamo ed iniziare a metterlo in pratica con il metodo Kaizen. 


 


Ricordiamo che anche il cammino più lungo inizia con un semplice e piccolo passo.





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venerdì 15 settembre 2017

Il POTERE dell'ATTRAZIONE: 5 trucchi psicologici

La vera attrazione, quella che si insidia nella mente, che ci intriga, che ci emoziona e ci riempie di curiosità va ben oltre l’involucro fisico, un bel viso, uno sguardo, un corpo.


Culturalmente si pensa che tutto ciò che è bello sia anche buono, che chi può vantare un aspetto fisico attraente nasconda anche favolose qualità personali.

Tuttavia, a mano a mano che gli anni passano e accumuliamo esperienza nella vita, ci rendiamo conto che questa correlazione non sempre si verifica e che in realtà è molto più intensa e significativa la possibilità di vivere un altro tipo di attrazione per cui due menti si trovano in armonia per quanto riguarda interessi, valori e progetti.

Oggi vogliamo focalizzarci solo sul “potere dell’attrazione“, quello che può essere allenato giorno dopo giorno e che si basa su una serie di interessanti strategie che tutti possiamo sviluppare.


Ecco, quindi, cinque trucchi psicologici che vi aiuteranno ad aumentare il potere dell’attrazione.


1. La vera attrazione si trova nella sicurezza personale. Siate autentici!

Le persone sicure di sé sono molto attraenti. Attenzione, però, perché questa sicurezza e fiducia in se stessi non deve mai sfociare in orgoglio o nelle terre del narcisismo. La sicurezza personale più sana è quella per cui una persona conosce le sue virtù e il suo potenziale, ma, a sua volta, è consapevole dei suoi limiti, li riconosce e tenta di migliorarli giorno dopo giorno. D’altra parte, la sicurezza personale si nutre di altre dimensioni di base, essenziali. Tra queste ricordiamo una buona autostima, una buona concezione di sé e sicuramente una certa dose di umiltà che consente di avvicinarci di più agli altri e di essere più accessibili. La vera magia risiede nell’equilibrio tra tutte queste dimensioni.

2. Siate voi stessi, essere diversi dagli altri è un vantaggio da scoprire

In un mondo di persone uguali, il diverso affascina. Spesso, però, si pensa che l’essere diversi comporti l’esclusione, le critiche, l’emarginazione dalla società. Avere un naso aquilino, qualche chilo in più, un viso poco armonioso, essere troppo alti o troppo bassi… Tutti questi aspetti potrebbero far desistere una persona che, quindi, può pensare di non attrarre gli altri. In realtà,tutte queste sfumature vanno accompagnate dalla sicurezza personale. Bisogna sfruttare la vicinanza con gli altri per dimostrare loro che siamo unici, che abbiamo il nostro segno distintivo e che siamo felici di essere come siamo. Impariamo tutti a trarre vantaggio dalle nostre particolarità.

3. Il potere del linguaggio non verbale

L’attrazione comincia con uno sguardo e la capacità di entrare in connessione con gli altri. Inoltre, è necessario imparare a migliorare la postura: braccia e gambe incrociate in maniera serrata danno l’idea di un muro invalicabile invece di suggerire una certa fiducia e complicità. Bisogna variare la gamma dei gesti per mostrare tranquillità. Usate le mani per gesticolare, il sorriso per attrarre, la testa per assentire e mostrare interesse e il corpo per mostrare vicinanza e fiducia.

4. La comunicazione empatica

La persona in grado di mostrare comprensione, che sa ascoltare ed è capace di stabilire un’empatia emotiva e cognitiva esercita, a poco a poco, un grande potere di attrazione. Al contrario, chi ha l’abitudine di parlare sempre di sé con l’idea di “vendersi” solo per finta, esaltando presunte qualità, capacità e favolose abilità, non fa altro che suscitare disagio e distacco. Bisogna, quindi, imparare ad essere comprensivi. Chi sa mostrarsi autentico, chi dimostra un sincero interesse verso la persona che ha davanti, senza però smettere di essere umile, riesce a generare un’elevata e profonda attrazione.

5. Qualcosa di insolito, una sfumatura strana e singolare

Come abbiamo già anticipato, se siete ossessionati dall’idea di adattarvi, di condividere tratti simili al resto delle persone, vi disperderete solo nell’oceano dell’ordinario, senza distinguervi. Se l’obiettivo è attirare l’attenzione, fare in modo di catturare gli sguardi degli altri in una stanza piena di gente, dobbiamo integrare una sfumatura singolare che ci definisca, qualcosa per cui ci ricordino o ci identifichino. Possiamo adottare uno stile originale, tipo “pin up”, avere un taglio di capelli particolare, indossare delle scarpe strane, portare i baffi in un determinato modo, mettere un papillon o vestirci in maniera casual.. Essere originali significa trovare un’armonia tra il proprio modo di essere e il proprio fisico. Non cercate mai di mostrare qualcosa che non corrisponda alla vostra essenza, qualcosa che vi allontani dalla vostra identità.


In conclusione, bisogna avere ben chiaro che queste due dimensioni possono e devono combaciare.


Tutto dipende dalla conoscenza di sé. In altre parole, solo quando ci conosciamo a fondo, capiamo quale aspetto di noi possiamo potenziare. Dobbiamo anche essere consapevoli dei nostri punti di forza e della magia che attrae e attira gli sguardi degli altri su di noi. Infine, c’è un’altra cosa importante da ricordare: una volta stabilita l’attrazione, bisogna mantenerla. Quindi, cari lettori, se coltiverete la fiducia in voi stessi, senza dubbio avrete rapporti di amicizia, di coppia o di lavoro duraturi e proficui.





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giovedì 14 settembre 2017

Scegli il MANDALA che più ti piace e SCOPRI i tratti segreti della tua personalità

I Mandala hanno forme e colori diversi e ognuno ha un suo particolare significato. 


Nell’immagine sottostante sono presenti 20 Mandala, lasciati guidare dall’istinto e scegli quello che più ti attrae in questo preciso momento. Leggi poi il significato del tuo simbolo, può rivelarti cose che non sapevi riguardo la tua personalità o darti utili consigli.





Numero 1

Questo Mandala rappresenta l’armonia, l’equilibrio, lo yin e lo yang. Se hai scelto questo simbolo significa che sei alla ricerca di pace, sia per la mente che per il corpo. Cerca di trasformare i pensieri negativi in positivi e non lasciarti influenzare dalle persone che ti circondano.

Numero 2

Questo Mandala rappresenta la guarigione. Se hai scelto questo disegno significa che devi concentrarti meno sull’obiettivo finale e fare più attenzione ad accettare la tua situazione attuale così com’è. Goditi il viaggio senza pensare alla meta.

Numero 3

Questa figura rappresenta l’intuizione. Se ti senti attratto da questo Mandala significa che la tua anima ha bisogno di più fiducia in te stesso e apertura al mondo intorno a te. Il triangolo nel cerchio rappresenta la trilogia di mente, corpo e spirito; mentre i vortici intorno sono simbolo di un’esplosiva creatività.

Numero 4

Le sfere in allineamento nel cerchio rappresentano la sinergia tra gli elementi della tua vita. Infatti questo Mandala ti costringe a riflettere sulla vita: sei felice in questo momento? Se la risposta è no, cosa potresti fare per diventarlo? Concentrati sul te stesso del futuro e sui tuoi obiettivi.

Numero 5

Questo è il Mandala del perdono ed è governato dall’elemento dell’acqua. Se hai scelto questo disegno significa che devi perdonare qualcuno intorno a te oppure devi semplicemente perdonare te stesso.

Numero 6

Questo Mandala rappresenta la comunicazione e quindi ti invita a concentrarti sulla parola, sull’ascolto, sulle cose dette e su quelle non dette. Impara ad ascoltare chi ti sta intorno, sia le parole che i silenzi. Impara a stabilire un dialogo basato sulle emozioni.

Numero 7

Questo Mandala è formato da esplosioni di energia all’interno che rappresentano la fantasia e la creatività. La scelta di questa figura significa che in questo periodo sei preoccupato e molto ansioso. Lascia andare le paure, libera la mente, cerca di ritornare a uno stato di fantasia infantile.

Numero 8

Questo è il Mandala dell’Amore. Le frecce puntano verso il centro per simboleggiare la messa a fuoco e l’armonia. Questa immagine ti invita a concentrarti sull’amore nella tua vita: ama chi ti circonda, ma soprattutto ama te stesso.

Numero 9

Questo è il Mandala della compassione ed è governato dall’elemento dell’aria. Nel buddhismo, la compassione è il vissuto del desiderio del bene nei confronti di ogni essere senziente. Se attualmente nella tua vita c’è qualche problema irrisolto o conflitto con qualche persona, allora è il momento di risolverlo mostrando un po’ di compassione.

Numero 10

Questo è il Mandala che rappresenta la forza ed è fondato sull’elemento dell’aria. Se sei stato attratto da questa figura ciò che devi fare è credere più in te stesso e sviluppare un maggiore senso di coraggio.




Numero 11

Questo è il Mandala dell’ispirazione. Cerca l’ispirazione e la bellezza intorno a te: cercale nelle piccole gioie quotidiane e non negli oggetti materiali.

Numero 12

Questo Mandala rappresenta la protezione ed è un simbolo che rappresenta il cuore. Se hai scelto questa figura significa che sei determinato e tendi a farti riconoscere tra i tuoi concorrenti. In ambito lavorativo hai sempre successo. Cerca di mantenere la posizione in cui sei arrivato.

Numero 13

Questa immagine rappresenta la fiducia ed è governata dall’elemento del fuoco (all’interno di ogni cupola è infatti presente una scintilla). È un Mandala forte ed energico, proprio come la tua personalità. Sei il capo di te stesso.

Numero 14

Questo Mandala rappresenta la capacità di mantenere la concentrazione qualsiasi sia il compito che stai svolgendo. Se hai scelto questo simbolo probabilmente hai bisogno di agire e iniziare a realizzare alcuni dei tuoi obiettivi. Trova un input per cominciare e smetti di procrastinare.

Numero 15

Questo è il Mandala della trasformazione e se l’hai scelto significa che hai voglia di cambiamenti nella vita. È giunto il momento di cambiare te stesso e fare ciò che ti rende davvero felice. È con il nostro modo di pensare e con i nostri atteggiamenti che ci costruiamo la felicità o l’infelicità.

Numero 16

Questo Mandala è governato dall’elemento del fuoco e rappresenta l’opportunità, l’ottimismo e la determinazione. Il simbolo indica di cogliere le opportunità che la vita ti pone davanti e di sfruttarle al massimo. È un invito a godere di ciò che offre il presente, cogliendone le occasioni. Carpe diem.

Numero 17

Questo Mandala rappresenta la creatività ed è governato dall’elemento della terra. L’invito è quello di essere più creativo, di non pensare sempre per schemi e regole definite. Sentiti libero di fare ciò che credi sia meglio per te stesso, esprimi le tue passioni, libera la fantasia.

Numero 18

Questo è il Mandala della gratitudine e della gentilezza. Cerca di mantenere buone relazioni con chi ti sta intorno, sii più amabile e gentile. Perdona, ama di più. A volte anche un semplice abbraccio alla persona che ami può migliorare la giornata.

Numero 19

Questo è il simbolo dell’istinto ed è dominato dall’elemento della terra. Ti  ricorda di avere fiducia in te stesso e di essere più invulnerabile. Sii forte e resistente, non ti far abbattere dai problemi: anche le brutte giornate finiscono.

Numero 20

Questo è il Mandala della connessione: significa che hai bisogno di connetterti di più alle persone che hai intorno. Inoltre, questo simbolo valorizza il collegamento che abbiamo l’un l’altro e il modo in cui questo ci spinge al raggiungimento di obiettivi comuni. Perché, ricorda, correndo da soli si arriva primi, ma camminando insieme si arriva lontano.




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Fonte: tutto.tv

STUDIO: guarda la tua POSTURA. Ecco il legame tra MENTE-CORPO

La postura che adottiamo pensando è in grado di influenzare la nostra mente e la visione del nostro futuro.


E’ assodato quanto il corpo venga influenzato dalla nostra mente a dai nostri pensieri che spesso si traducono in atteggiamenti posturali sbagliati. 


Da un lato è la dimostrazione di una forte correlazione tra corpo e psiche, dall’altro questo concetto si rivela in qualche modo sorprendente. La postura corretta prevede una condizione di simmetria del corpo sia statica che dinamica, corrispondente alla situazione ideale che permette il benessere.

Lo squilibrio del sistema posturale provoca delle sollecitazioni anormali sulle strutture anatomiche con conseguente patologia dolorosa, degenerativa e infiammatoria. Uno squilibrio posturale inoltre provoca con il trascorrere del tempo nella persona un comportamento ansioso a volte depressivo, in quanto la struttura del corpo si avvia lentamente ad un atteggiamento di chiusura sia fisica che mentale.

Se pensiamo quindi al futuro stando seduti con la schiena dritta, avremo di sicuro una visione molto più ottimistica di ciò che ci aspetta. Alcuni anni fa la relazione tra mente e corpo era vista con grande scetticismo dalla medicina ufficiale. Oggi sappiamo con certezza che una postura disarmonica può essere correlata ad una ampia gamma di disturbi di varia gravità. 

Tutto ciò è stato provato scientificamente da uno studio di Richard Petty, professore di Psicologia presso la Ohio State University, che ha coinvolto in un esperimento 71 studenti. Questi ultimi dovevano immaginare il loro futuro lavorativo e dovevano scrivere a questo proposito tre pensieri positivi e tre negativi, assumendo una posizione da seduti con la schiena dritta o ricurva.

Ne è emerso che coloro che tenevano la schiena dritta avevano pensieri più positivi rispetto agli altri. La nostra mente è influenzata dalla posizione del corpo e a sua volta questo meccanismo determina anche il modo in cui gli altri ci considerano in base ad un processo di reciproche influenze.

Si è dunque dimostrato come le due entità, mente e corpo, siano in continua e stretta interazione tra loro. La mente influenza il corpo, ma è vero anche il percorso inverso e tutto questo in virtù di complessi meccanismi ormonali e nervosi. Queste osservazioni dovrebbero incoraggiare soprattutto gli individui più insicuri, che, pensando ad un miglioramento e ad un rafforzamento della propria personalità, dovrebbero prendere in seria considerazione anche un eventuale cambiamento da apportare alla posture assunte, per dare impulso anche ai loro pensieri. Da ciò potrebbero infatti trarre quella forza di cui spesso si sentono privi. La postura è l’emozione che prende forma nello spazio



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Corpo, cervello ed emozioni lavorano in continua sintonia e sinergia, sia strutturale che chimica.

Non dimentichiamo mai che il nostro cervello è il massimo contenitore di ciò che proviamo e sentiamo. La migliore conservazione del nostro organismo avviene se la nostra mente lavora in sinergia con le nostre emozioni e sensazioni
Il nostro cervello continuamente riceve informazioni dall’esterno e accresce le stesse all’interno delle sue funzioni.

La connessione corpo-mente-emozioni quindi è il modo in cui il nostro corpo si dispone nell’ambiente circostante in base ai sentimenti, alle situazioni. Questa capacità espressiva si chiama POSTURA. 

Essa ci dice molto del nostro stato interiore, della nostra salute. Muovere correttamente e armonicamente il nostro corpo può diventare una tecnica motivazionale. Diventando più consapevoli della propria postura e dei significati personali che può avere quel dato atteggiamento, e scegliendo consapevolmente in quale direzione andare, si può deliberatamente influenzare il pensiero e le emozioni.




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lunedì 11 settembre 2017

DONNE, PIANTE E CULTURE


di Kathleen Harrison

Ho lavorato per molti anni studiando le piante medicinali e le popolazioni che ne fanno uso. Vent’anni fa ho trascorso un lungo periodo nella foresta amazzonica peruviana lavorando con guaritori che usavano una moltitudine di piante dalle più leggere alle più potenti. Successivamente tornai alla mia vita in California, realizzai molti altri progetti botanici e crebbi i miei figli. Fu soltanto quando tornai nuovamente in Amazzonia nel 1993 che compresi a pieno cosa si intende per “spirito della pianta”. Divenne qualcosa di reale che entrò dentro la mia pelle e cambiò radicalmente la mia vita. 

Da allora, ho lavorato per un paio di anni con gli Indiani Maztechi sulle montagne di Oxaca in Messico e ho imparato molte cose sulla relazione tra natura e piante degli indigeni nativi della California.

Vedo straordinarie analogie nelle varie società basate sulla natura, in cui ogni cosa è vista come animata e ogni specie è un essere vivente. Penso che anche noi dovremmo sviluppare una percezione di questa realtà nascosta in modo tale da rendere le medicine che coltiviamo o che ci vengono date o che compriamo, più potenti e più efficaci. La nostra cultura è estremamente riduzionista e materialista; abbiamo veramente bisogno di ispirarci a modelli che ci possono aiutare a comprendere lo spirito della natura e lo spirito della medicina. 

La parola “spirito” viene dal latino e significa “respiro”, quindi quello di cui stiamo parlando quando diciamo che una pianta o una specie ha uno spirito è che raccoglie energia dall’universo e la esprime in una determinata forma. 

Una nozione antica in molte culture indigene in tutto il mondo è che sulla Terra c’erano degli esseri primordiali prima che noi arrivassimo. Essi interagirono, ebbero relazioni d’amore, conflitti, scambi di ogni sorta, e ognuno di questi esseri divenne una specie vegetale. In base a queste storie sulla creazione, noi umani, anche se possiamo sembrare complessi e differenziati, siamo un solo essere, e tutte specie botaniche che usiamo in medicina sono un solo essere. 

Ho imparato dai miei amici nativi a parlare con gli spiriti delle piante.



Quando sei interessato a una pianta, sia che la coltivi nel tuo giardino o la cerchi nella foresta, impari a parlarci come se fosse un essere, che nei sui geni e nella sua forma porta una costellazione di qualità e modi di interagire con noi, con cui dovremmo parlare. Conoscerle è una cosa, ma è parlarci e ascoltarle quello che fa veramente funzionare la medicina, perché in questo modo diventa una relazione. Questo è il motivo per cui in molte parti del mondo è la donna che conserva la conoscenza delle piante. Le donne sono brave nelle relazioni. Analogamente a tutti i mammiferi femminili, e in particolare ai primati, uno dei nostri ruoli è di nutrire la vita, di essere un veicolo della vita. 

Siamo esseri che donano attenzione. Quando i bambini vengono al mondo attraverso di noi, non sono ovviamente in grado di sopravvivere nel mondo per conto loro. In alcune specie lo sono, ma non in quella dei mammiferi, quindi è necessario che noi gli diamo profonda attenzione e osserviamo le loro necessità in un modo che va bel oltre il livello verbale, così da aiutarli a sopravvivere e a crescere. Noi donne dobbiamo essere in grado, a tutti i livelli, di sentire le necessità degli esseri intorno a noi a usare tutti i nostri sensi per prenderci cura dei piccoli.

Queste capacità valgono anche nella raccolta delle piante. Possiamo guardare indietro nella storia degli ominidi e vedere che siamo sopravvissuti usando i nostri sensi del tatto, dell’odorato, della vista così da distinguere chiaramente tra una pianta e l’altra, tra tutte le diverse forme attraverso cui gli elementi si presentano a noi. Furono principalmente le donne che perfezionarono queste abilità.


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Penso che sia molto importate per noi donne riconoscere che siamo diventate molto abili nel dare attenzione al mondo naturale; queste capacità ci permettono di far intervenire la natura attraverso di noi. Il linguaggio stesso può essere un ostacolo in questa ricerca, come una sorta di schermo dietro
cui rimaniamo intrappolati, separandoci dalla realtà che sta dietro. Io amo le parole, ma la nostra cultura ci ha portato la convinzione che ci sia una realtà oggettiva, che noi in quanto individui abbiamo una nostra soggettività, ma che ci sia un’oggettività che la vince. E’ importante ricordare che questa stessa oggettività è in realtà una costruzione culturale. Penso che le donne siano spesso più disposte a fidarsi delle loro esperienze soggettive, dei loro sogni, delle loro intuizioni, e di conseguenza più in grado di sviluppare una relazione con il mondo delle piante. Quello che sto vedendo mi incoraggia molto. 

Mi è capitato di partecipare a delle conferenze sulle piante alla California School of Herbal Studies in questi ultimi anni, e molte delle persone che sono venute erano giovani donne; circa tre quarti di loro studiavano per diventare erboriste o sentivano in qualche modo il richiamo delle piante. 

Queste giovani donne che studiano erboristeria e etnobotanica mi riempiono il cuore di gioia. La mia generazione ha dovuto lavorare molto semplicemente per iniziare a fidarsi dei propri istinti, a conoscere la natura, a riscoprire che anche le nostre radici vengono dalla terra.

Una cosa di cui mi sono accorta durante i miei viaggi studiando le popolazioni e la loro relazione con la natura è che le piante hanno l’abilità di trasmettere energia. Le piante trasformano la terra, l’acqua, la luce creando in questo modo i loro corpi. Le piante sono manifestazioni di queste forze intrecciate tra di loro, e noi umani siamo legati a loro dall’inizio della nostra evoluzione. 

Il mondo delle piante, se siamo in grado di ascoltarlo, ci parla costantemente attraverso un sussurro. Mi sono chiesta che cos’è che vale di più per le persone nella nostra cultura e penso che la risposta sia il tempo. Se vogliamo conoscere una pianta e se vogliamo chiedergli qualcosa, possiamo iniziare offrendogli il nostro tempo, standogli seduti vicino, coltivandola. Ma anche se l’abbiamo semplicemente comprata, potete cercare di comprendere il suo mondo. 
Quando usiamo una pianta, comunichiamo con l’intera catena di esperienze che quella specie ha attraversato durante la sua evoluzione.

Ho conosciuto popolazioni che usano piante sacre in Messico, Ecuador e Perù e ho imparato la loro mitologia e le loro cerimonie. Queste tradizioni e queste piante sacre devono essere trattate con rispetto. La nostra cultura ha ancora una strana relazione con le piante. 

Per esempio, è interessante notare che finalmente dopo un lungo periodo di demonizzazione è stato riaperto un dialogo sulla cannabis, tanto da poterne parlare di nuovo come di una medicina, ovvero quello che è stata per migliaia di anni per moltissime popolazioni. Se usata con gratitudine e con consapevolezza, può essere una medicina da molti punti di vista. E’ una nostra alleata in molti modi. Ho osservato che le culture oscillano ciclicamente dal rifiuto totale all’apprezzamento delle piante che hanno un potere e che la paura si trasforma in gratitudine


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Adesso ad esempio siamo in un periodo di grande denuncia verso il tabacco ed è che veramente difficile parlare delle sue proprietà sacramentali. Una pianta in se stessa non è né buona né cattiva. Il suo effetto dipende da come la usiamo e da quanto siamo consapevoli, e questo vale per tutte le medicine

Un uso inconsapevole può essere dannoso mentre un uso consapevole significa farne una medicina. Il cioccolato è un’altra affascinante pianta psicoattiva
In Messico gusci di cioccolata vengono riempiti di fagioli e usati come offerte. Altre piante vengono bruciate come incenso o semplicemente lasciate in posti sacri dove l’acqua sgorga fuori dal terreno. Di solito non si portano fiori o cose dall’aspetto spettacolare ma doni molto semplici. La natura viene offerta alla natura perché in questo modo si dimostra che l’essenza della reciprocità è stata compresa. 

Non si prende niente senza dare qualcosa in cambio, e si è sempre grati per quello che si riceve. Questa è medicina.




Traduzione a cura di Jonas Di Gregorio
Fonte: Visionary Plant Consciousness: The Shamanic Teachings of the Plant World



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