Estratto dal seminario sulla
Psicologia del Kundalini Yoga
Bene, nascere è importantissimo; si deve venire in questo mondo, altrimenti non si può realizzare il VERO Sé, e fallisce lo scopo di questo mondo. Se questo succede, semplicemente si deve essere ributtati nel crogiuolo e nascere di nuovo. […] Vedete, è di un’importanza assoluta essere in questo mondo, realizzare davvero la propria “entelechia”, il germe di vita che si è, altrimenti non si può mai mettere in moto Kundalini e non ci si può mai distaccare. Si viene ributtati indietro, e non è successo nulla, è un’esperienza assolutamente priva di valore. Si deve credere in questo mondo, mettere radici, fare del proprio meglio, anche se bisogna credere alle cose più assurde. […] Si deve infatti lasciare qualche traccia di sé in questo mondo, che certifichi che siamo stati qui, che qualcosa è successo. Se non accade nulla del genere, non ci si sarà realizzati; il germe di vita è caduto, per così dire, in uno spesso strato d’aria che lo ha tenuto sospeso. Non ha mai toccato il suolo, e quindi non ha potuto produrre la pianta. Se invece si entra in contatto con la realtà in cui si vive, vi si rimane per diversi decenni e si lascia la propria impronta, allora può avviarsi il processo di impersonale. Vedete, il germoglio deve sbocciare dalla terra, e se la scintilla personale non è mai entrata nella terra, da lì non uscirà nulla, non ci saranno né “linga” né “Kundalini” perché si è ancora nell’infinità che c’era prima.»
tratto da:
(C.G.Jung – La Psicologia del Kundalini Yoga, pp.75-76)
Seminario tenuto nel 1932
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Fihi-ma-fihi
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